Chiarelli accusato di voto di scambio, in città non si parla di altro – Lo Stradone

Chiarelli accusato di voto di scambio, in città non si parla di altro

La notizia del presunto coinvolgimento del Consigliere regionale del Pdl Gianfranco Chiarelli ha fatto molto clamore. La Direzione distrettuale antimafia di Lecce nei giorni scorsi ha notificato a Chiarelli una richiesta di incidente probatorio: l’ipotesi di reato sarebbe di voto di scambio.
A queste notizie sono seguite una serie di reazioni tra cui la solidarietà di Rocco Palese e del gruppo del Pdl in Consiglio regionale; di Francesco Damone, consigliere regionale de La Puglia prima di tutto; di Pietro Lospinuso e Arnaldo Sala, consiglieri regionali del Pdl, e del Coordinatore del Pdl di Martina Franca Lino Nessa.
“In questi casi – ha detto il Sen. Nessa – resta l’amara considerazione sul piano della comunicazione e del linguaggio, amplificati dallo scalpore di queste notizie, di cui spero la stampa sappia dare medesima rilevanza anche nel momento in cui si sarà fatta chiara luce sulla vicenda”.
Di diverso tono la nota a doppia firma di Isabella Massafra e Giuseppe Massafra, rispettivamente coordinatrice Cgil Martina Franca e segretario generale Filctem Cgil. “La notizia secondo la quale l’avvocato Gianfranco Chiarelli risulta essere coinvolto in un’indagine della Procura Antimafia di Lecce, per presunto voto di scambio nelle ultime elezioni regionali – scrivono i due sindacalisti – desta profonda preoccupazione soprattutto perché farebbe emergere una certa contiguità tra esponenti politici, presenti nelle istituzioni, e personaggi della criminalità organizzata”.
Alle redazioni anche la nota ufficiale di Chiarelli, in cui il Consigliere Regionale sostiene la sua totale estraneità ai fatti.
Anche sulla rete web e sui social network non sono mancati i commenti tra chi parla di “toghe rosse” (termine di gran moda e preso in prestito dalla politica nazionale) e chi, invece, chiede le dimissioni di Chiarelli, nonostante sembri maggioritaria la linea di coloro che, in maniera molto più cauta, sostengono che le accuse mosse andrebbero dimostrate prima di giungere ad un giudizio sulla vicenda.

O.Cri.