È un Giovanni Cassano a ruota libera quello ascoltato ieri sera in diretta a “Punto Critico”, la trasmissione di approfondimento informativo a cura di Giuseppe Casavola e in onda su Puntoradio, in studio anche il giornalista Ottavio Cristofaro.
È stata l’occasione giusta per ascoltare le parole dell’imprenditore martinese titolare della General Trade, negli ultimi giorni al centro di numerose discussioni per via della ormai celebre statua di San Pio in Piazza Umberto. Grande amarezza nelle sue parole per le critiche ricevute, a sua detta, ingiustificate. “Il tutto – dice Cassano – nacque a seguito della distruzione della vecchia statua ad opera di vandali. Immediatamente il consigliere comunale Angelo Gianfrate diede il via ad una colletta popolare per l’acquisto di una nuova statua. Mi misi subito in contatto con l’amico Angioletto per dargli la mia disponibilità ad accollarmi l’intera somma e donare così una statua di San Pio alla città. Scelsi e chiesi – continua Cassano – di non rendere pubblica, attraverso la stampa, questa notizia, che sarebbe poi ovviamente venuta fuori soltanto al momento della sua inaugurazione. Ho chiesto inoltre che non vi fosse affissa neppure una targa con l’iscrizione della famiglia donatrice. Ordinai infine che l’inaugurazione della statua avvenisse 2 settimane dopo il termine delle consultazioni elettorali alla provincia, visto che lo stesso Gianfrate era candidato consigliere alla Provincia. Ecco spiegate le motivazioni del rinvio della prima data di inaugurazione.” E poi si continua con il parlare del famoso comunicato stampa da parte della locale sezione del partito dei “Comunisti Italiani”, per niente favorevole al gesto dei Cassano. “Mi è dispiaciuto – dice – leggere quelle parole nei miei confronti, ma la volontà, assolutamente autonoma da parte dei miei dipendenti, di scendere in piazza e sconfessare quanto denunciato da quella nota stampa sul non rispetto delle norme sindacali poste a tutela del lavoratore, mi ha fatto davvero molto piacere. Ogni volta – continua – che la mia famiglia compie una qualsiasi azione, veniamo immediatamente contestati. Nella mia azienda vi assicuro che esiste un rapporto di assoluto rispetto tra dipendenti e datore di lavoro, perché sono profondamente convinto che debba esistere un rapporto di reciproca collaborazione, in assenza del quale sarebbe impossibile il mantenimento di qualsiasi attività imprenditoriale.”
Ma è stata l’occasione anche per ricordare la scomparsa del calcio, con la mancata iscrizione della società AC Martina 1947(di cui Giovanni Cassano era il patron ndr) al campionato di C2 a seguito della retrocessione da quella che oggi si chiama Lega Pro. Negli scorsi giorni la presentazione della nuova società di calcio AS Martina capeggiata dall’avv. Donato Muschio Schiavone, nata dalla vecchia Gioventù Martina e che si appresta a disputare il prossimo campionato di Promozione. “Sono contento che si sia affacciata una nuova cordata imprenditoriale – afferma Cassano – molti di essi erano già soci della vecchia società, spero possano fare bene, ma sono certo che presto capiranno che fare calcio a Martina non è semplice. Io lasciai perché non esistevano più le condizioni per rimanere. La tifoseria era contro di me, nonostante i grandi sforzi economici. Non nascondo di aver commesso qualche errore di valutazione nella scelta dei miei collaboratori, specie nell’ultimo anno, ma penso che questo capiti a tutti. Facemmo di tutto per porre rimedio quanto prima a quella situazione, ma credo – continua – che una annata sbagliata dopo nove anni di C1 non era certo il male peggiore. Saremmo stati pronti a ripartire, ma la decisione era presa, visto anche il forte disinteresse dell’imprenditoria locale. La squadra è della città, ma gli sforzi economici non possono essere soltanto i miei. Il Presidente Gianfranco Chiarelli fece di tutto per farmi cambiare idea, ma credo che qualcosa si era rotto. Non certo la mia profonda passione per il calcio. Fin da ragazzino mi recavo allo stadio, poi un giorno mio fratello Lino decise di prendere delle quote della società, se non altro per farmi staccare un po’ dal mio lavoro al quale mi dedicavo in maniera assoluta, poi il resto lo conoscete.” Alla vecchia e storica AC Martina 1947, tutt’ora esistente, cosa accadrà? “Vedremo!”.
Ottavio Cristofaro