Grazia Ardissone per i Seminari di Autunno e di Marzo – Lo Stradone

Grazia Ardissone per i Seminari di Autunno e di Marzo

Venerdì 23 gennaio 2015, nella Sala Uccelli di Palazzo Ducale alle ore 18.00 “Cultura è salvezza nella modernità – Il mosaico delle culture per cambiare mentalità e guarire dalla crisi di civiltà” con Grazia Ardissone

L’iniziativa è a cura del Laboratorio Poiesis, dell’ Assessorato alle Attività Culturali e Liceo Classico “Tito Livio”.

“La felicità della cultura”, di Grazia Ardissone, applicando una spietata critica alla modernità indica nella conoscenza culturale, la possible via di guarigione. Far emergere ciò che è sempre stato trascurato e invisibile, non messo mai in relazione con il contesto generale che sta cambiando. Avere il coraggio del relativismo e del sincretismo. L’autrice alla ricerca di una nuova antropologia, pensa che a questo punto dobbiamo trarre ispirazione anche dalle culture giovanili dei centri sociali e dei rave party, allargando in questo modo la nostra visione del mondo. “Il magico della creatività costituisce la cura di una ferita, l’elaborazione di un lutto, il passaggio dal male al bene. La creatività nasce anche da un lutto che però, senza conoscenza del profondo, non ha sbocchi”.
“Se vogliamo uscire dall’implosione dobbiamo inventarci altri modi di produrre e di consumare – dichiara l’autrice -. Altri modi per ritrovare l’economia reale. E’ solo attraverso la cultura che riusciamo a inventarci forme di sopravvivenza e di organizzazione sociale che ci garantiscano il futuro, non più garantito dal sistema attuale. Non è la “scienza”economica a fornirci una soluzione, è la riflessione sul nostro passato, sulle radici, la valorizzazione di una semplicità sconosciuta. Aspetti che ora riteniamo inutili, inimmaginabili, occulti, esoterici, come i racconti di storia della quotidianità, ci possono far riflettere. La sola razionalità economica proposta dal moderno, ci chiude in un cerchio che non ci fornisce soluzioni, la crisi che stiamo attraversando deve farci ragionare su un altro modo di essere, di produrre e distribuire. Dobbiamo estendere il ragionamento dall’economia e dalla politica ad un punto di vista che analizzi la nostra partecipazione a riti sociali e ai riti nevrotici, a mitizzazioni perverse e inattendibili. Dall’altra parte dobbiamo seguire il significato delle nuove invenzioni. Le nuove invenzioni di forme di comunismo, abolizione della proprietà privata, quotidianità condivise, già messe in atto e che devono essere prese in considerazione”.
Grazia Ardissone ha studiato sociologia con Albert Meister all’Ecole Pratique des Hautes Etudes, Parigi. Seguono quattro anni in Polonia, alla Facoltà di Sociologia di Varsavia, con direttore di studi Zygmunt Bauman. Fino agli anni ottanta ha continuato gli studi di sociologia e insegnato in università italiane ed europee, a Trento, Parigi, Varsavia e Lancaster. Negli anni 1979,1983 e 2001 è stata visiting professor in Università statunitensi, orientandosi maggiormente sull’antropologia. Ha collaborato per la docenza e la ricerca alla Sezione di Etnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e al Centro Sociale Ambrosiano con il Cardinale Carlo Maria Martini. Nel 1979 ha pubblicato in Italia Classi sociali e lotte politiche in Polonia, ed. Moizzi, l’anno seguente tradotto in Francia. Nel 1997 esce Le ragioni della magia, ed. Lupetti. Segue nel 1998 Il postmoderno, ed. Xenia. Come pubblicista ha collaborato alle riviste: “Orientamenti”, “Iter”, “Psicoterapia e Scienze Umane”, “Il Progetto”, Segno 7”, “Il nostro Tempo”. Ha scritto per le pagine culturali di “Il sole 24 ore” e “Il giorno”. Ha fatto viaggi di studio e di insegnamento in Nord e Sud America, in Africa del nord e continentale, fra gli altri, è stata nel deserto del Sahara, in un viaggio di studio sui Tuareg (2011). Ha trascorso alcuni mesi in Colombia, Venezuela, Guatemala, Cuba.