Si è tenuto presso l’Assessorato alle politiche sociali della Provincia di Taranto, l’incontro per individuare un percorso di risoluzione alla vicenda degli immigrati richiedenti lo status di rifugiato politico ed ospitati presso l’hotel dell’Erba di Martina Franca che funziona, fino al 30 maggio da CARA a seguito della convenzione stipulata dal Ministero dell’Interno (Prefettura di Taranto) con la Croce Rossa, quale conseguenza dello stato d’emergenza determinato dall’eccezionale afflusso di extracomunitari giunti in Italia.
La riunione, che ha visto la partecipazione anche della Prefettura, della Questura, della Caritas, della Croce Rossa, della Comunità Babele – centro SPRARP di Grottaglie, della CGIL di Taranto, del suo Sportello Immigrati e della locale Camera del lavoro di Martina Franca, nonché del Dipartimento immigrazione della CGIL PUGLIA, ha fatto il punto della situazione su quanti hanno ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato politico e quanti sono in attesa invece della conclusione del ricorso presentato a seguito del rigetto della domanda da parte della Commissione Territoriale.
Il Comune di Martina Franca si è fatto carico di individuare, con l’assessorato regionale alle politiche sociali, risorse che facilitino, anche con una integrazione economica “ad personam”, la sistemazione di tutti coloro che sono nelle condizioni di potersi spostare per raggiungere altri luoghi del territorio nazionale e ricongiungersi a eventuali nuclei familiari o amicali.
La Prefettura coinvolgerà la rete SPRAR nazionale per individuare eventuali possibilità di sistemazione per alcuni richiedenti asilo, compatibilmente alla concreta disponibilità di posti.
La CGIL ha chiesto a tutti i livelli istituzionali di fare ogni utile sforzo affinché la soluzione del grave problema, determinato non solo dalla mancanza sul nostro territorio di strutture di seconda accoglienza ma anche dalla drastica riduzione da parte del governo nazionale di risorse finanziarie, necessarie alla tutela dei richiedenti asilo politico, sia compatibile con la normativa internazionale e nazionale e con i sentimenti di umana solidarietà, rispettosi della dignità delle persone, senza che si ricorra ad atti coercitivi.
Si rende oltremodo necessario, però, continuare un percorso di confronto con tutti i livelli istituzionali, del privato-sociale, del volontariato affinché tutta la problematica relativa ai migranti possa registrare, in futuro, interventi strutturali nel tempo e non, come accaduto in questo frangente, con azioni dettate esclusivamente dall’emergenza e dall’improvvisazione.