Due casi di «pecora pazza» nel tarantino. A distanza di pochi giorni, il morbo della scrapie, malattia che rientra nel gruppo delle «encefalopatie spongiformi trasmissibili», è stato scoperto in due allevamenti, a Martina Franca e Faggiano. Dalle analisi del midollo degli animali, eseguite nei giorni scorsi, è emersa la presenza del virus che intacca il sistema nervoso dell’animale. I controlli sono stati compiuti dai carabinieri del Nas e dai funzionari del Dipartimento Veterinario dell’Azienda sanitaria locale, che hanno disposto, a scopo precauzionale, il sequestro degli allevamenti. Nel caso di Martina Franca, secondo le poche indiscrezioni filtrate, la positività del test sarebbe stata confermata dalle controanalisi dell’Istituto zooprofilattico nazionale di Torino. Sembrava un fenomeno circoscritto, ma il virus ha colpito una seconda volta. La morte improvvisa di una pecora in un allevamento di ovini di Faggiano aveva indotto i proprietari a segnalare il caso all’Asl. L’animale è stato macellato e successivamente inviato all’Istituto zooprofilattivo di
Foggia. I risultati hanno confermato i sospetti iniziali: si tratterebbe ancora di scaprie. Sebbene le vie di trasmissione non siano del tutto conosciute, è noto che l’agente della scrapie può persistere per anni nell’ambiente contaminato e si sospetta che le placente di pecore infette che partoriscono sui pascoli possano rappresentare una significativa fonte di infezione per le altre pecore. Il periodo di incubazione della scrapie è molto lungo e variabile – a seconda del corredo genetico della pecora infetta – tra i 2 ed i 6 anni. Un sintomo caratteristico della scrapie, anche se non costantemente presente, è il grattamento. Proprio dal verbo inglese “to scrape”, che significa “grattare”, ha origine il nome della malattia. Gli animali tendono a strofinare insistentemente il corpo e la testa contro ostacoli fissi quali steccati ed altre strutture dell’allevamento, fino a procurarsi lesioni cutanee. Compaiono poi i disturbi della deambulazione e di progressiva incapacità a mantenere la posizione in piedi. Gli animali colpiti giungono infine a morte, spesso in condizioni di generale deperimento organico.
Ai capi finiti sotto sequestro non è consentito entrare in contatto con l’uomo o con altri animali. E’ stata ovviamente bloccata la vendita di latte e carne. Se gli ulteriori accertamenti dovessero dare esito positivo, potrebbe essere ordinato l’abbattimento delle greggi.
Giacomo Rizzo
La Gazzetta del Mezzogiorno