Questa volta neanche i carabinieri e i finanzieri del Nucleo Investigativo Telematico (Nit) di Siracusa hanno retto all’orrore delle immagini che sono stati costretti a vedere sui siti pedopornografici. Superato lo sgomento, è scattata “l’operazione Veritate”, che ha messo in movimento trecento militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, un’operazione internazionale contro i pedofili su internet che ha portato all’arresto di quattro persone e a 57 perquisizioni in 15 regioni. Durante una queste perquisizioni sono state trovate immagini che hanno permesso di identificare una delle vittime: è una ragazzina italiana di 13 anni, imparentata con uno degli arrestati. L’uomo, che nei filmati si vede solo di spalle, ha ammesso le sue responsabilità.
L’operazione è scaturita da una denuncia di Telefono Arcobaleno Onlus, organizzazione che da 13 anni si occupa dei diritti dell’infanzia ed ha maturato un’esperienza riconosciuta a livello internazionale nella lotta alla pedofilia on line.
Quattro, come si diceva, gli arresti di oggi, dopo altri quattro avvenuti il 29 aprile scorso nella stessa operazione, oltre alle perquisizioni disposte e coordinate dalla Procura della Repubblica di Siracusa, diretta dal dottor Ugo Rossi. A Milano è stato arrestato un cinquantenne, dirigente di una nota industria dolciaria; a Vicenza un impiegato di 49 anni; a Torino un uomo di 31 anni impiegato presso un’azienda privata e a Siracusa è finito in manette un uomo di 32 anni. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip Tiziana Carrubba. L’accusa: produzione di materiale pedopornografico.
Sembra che per le indagini sia stata decisiva l’acquisizione e l’elaborazione dei dati telematici trasmessi al NIT dall’Interpol polacca, attraverso il centro Interpol di Lione. Il traffico vastissimo che dilaga in tutto il mondo di film pedofili, segnalato da Telefono Arcobaleno al NIT, ha attivato due anni fa una serie di fascicoli investigativi, tutti riguardanti un genere di abusi sui bambini che sono apparsi immediatamente diversi dagli altri, ai quali – per così dire – si era abituati. Un genere caratterizzato da forme di sadismo violento e spietato, abominevole e insopportabile alla vista di persone abituate alla visione di ogni sorta di atrocità.
Giovanni Arena, presidente di Telefono Arcobaleno, a margine di questa operazione, ha segnalato come nel Decreto Sicurezza, di recente approvazione al Senato, siano state dimenticate le vittime del pedobusiness. Per i bambini che subiscono violenze sessuali dirette, infatti, la legge prevede il gratuito patrocinio dello Stato.
Nel Decreto Sicurezza del governo invece i minori sfruttati sessualmente da pedofili per produrre e diffondere materiale pedopornografico non sembra abbiano gli stessi diritti. Eppure circolazione di immagini che riportano lo strazio di circa 40.000 bambini in tutto il mondo riguarda prevalentemente bambini e bambine dai 7 ai 9 anni, vittime evidentemente dimenticate. “Insomma, è in atto – dice Arena – un processo culturale pericoloso, che tende a considerare la pedofilia on line un crimine virtuale e non una vera e propria atrocità contro l’umanità, che coinvolge bambini veri e sempre più piccoli, sfruttati per alimentare ogni giorno un infame mercato di esseri umani”.
Fonte: La Repubblica