Chiusura Cardiologia, la politica rassicura sul futuro dell’ospedale martinese – Lo Stradone

Chiusura Cardiologia, la politica rassicura sul futuro dell’ospedale martinese

A rassicurare gli animi, freschi della notizia dell’accorpamento del reparto cardiologia a medicina, sono stati il sindaco Franco Ancona e il Consigliere Regionale Donato Pentassuglia che hanno parlato nel corso della cerimonia di donazione di un elettrocardiografo da parte dell’associazione ABC di Ester.

Questi ultimi, assieme al consigliere Gianfranco Chiarelli hanno sottolineato il lavoro di concerto svolto insieme in sede di Regione, mentre il sindaco Ancona ha comunicato di essersi incontrato nei giorni scorsi con il direttore generale della Asl di Taranto Fabrizio Scattaglia.
L’incontro – secondo il sindaco proficuo – giunge a margine della lettera/sollecitazione inviata dallo stesso primo cittadino nei giorni scorsi in cui si manifestano alcune preoccupazioni in merito ad alcune precise questioni riguardanti il nosocomio martinese.
“Non è in atto, né tantomeno è prevista, la chiusura dell’ospedale di Martina o di alcuni reparti”: questo il commento del consigliere regionale Donato Pentassuglia, che fuga i dubbi e le preoccupazione della città in merito all’ospedale. È un situazione che si è venuta a creare perché ad alcuni è scaduto il contratto e non è stato possibile rinnovarlo, mentre altri hanno chiesto la mobilità e la direzione della Asl non ha potuto che concederla, come previsto dalla legge. Nel frattempo – dice Pentassuglia – abbiamo proposto al Governo un piano di revisione degli accordi per le assunzioni, per tentare di risolvere una volta per tutte l’annoso problema del personale”.
Nel corso della citata cerimonia si era espresso diversamente il dott. Mazzari (attuale responsabile della Pediatria martinese), nelle cui parole è emerso tutto il disagio in cui la sanità si trova ad operare, dovuto alle rigide regole che la politica ha posto in merito alle assunzioni: “Siamo molto contenti di questo nuovo macchinario. Adesso speriamo che il prossimo regalo siano due unità lavorative in più, perché così non possiamo continuare a lavorare”.

o.cri.