Padre Anselmo Raguso: Una vocazione lunga quanto una vita – Lo Stradone

Padre Anselmo Raguso: Una vocazione lunga quanto una vita

Circa ottomila abitanti guidati pastoralmente dai frati francescani: dal parroco Padre Antonio Mariggiò, dal suo vicario Padre Daniele Pichierri, da Padre Eugenio Caputi, e da Padre Anselmo Raguso. Si tratta della parrocchia di Cristo Re di Martina Franca e del relativo convento dei francescani.
La loro presenza a Martina Franca ha origini molto antiche ed ha svolto un ruolo molto importante nelle vicende cittadine; possiamo affermare che per ben cinque secoli la formazione dei martinesi nei vari aspetti della vita è stata permeata dei valori umani e religiosi consacrati dall’esperienza di S. Francesco d’Assisi.
I primi figli di S. Francesco a Stabilirsi a Martina Franca furono i Frati Minori Conventuali, i quali, nel 1474, fissarono la loro residenza alla periferia della città, l’attuale chiesa parrocchiale di S. Francesco d’Assisi in Piazza Mario Pagano.
Successivamente, nel 1497, vennero in città i Frati Minori dell’Osservanza che subito costruirono il Convento e la Chiesa con il titolo di Madonna delle Grazie, poi di S. Stefano, ora di S. Antonio di Padova.
Entrando nella Chiesa di Cristo Re al centro dell’altare domina indisturbato, ma penetrante nello
spirito il grande crocifisso di San Damiano. Esso costituisce la donazione di una parrocchiana devota. Si tratta del Crocifisso che parlò a San Francesco, quando il giovane andava alla ricerca della sua vocazione. Inginocchiato nella chiesetta di San Damiano in Assisi, dove si trovava questo crocifisso, egli diceva “Signore, cosa vuoi che io faccia?” Un giorno sentì nel suo cuore la risposta:”Và, Francesco e ripara la mia chiesa, che come vedi va in rovina”. Subito il giovane Francesco si alzò e incominciò la riparazione del tempio che stava crollando.
Era giovane anche Padre Anselmo Raguso, quando risposte alla sua vocazione, oggi dopo 70 anni di sacerdozio la sua voce è ancora ferma nella “chiamata” di allora.
Una vita da sacerdote passata nel Salento e poi con la vecchiaia il ritorno nella sua Martina Franca: la sua vita è ancora lì, nel convento di Cristo Re, grazie all’aiuto degli altri frati, di padre Eugenio, ma anche dei nipoti.
La sua comunità parrocchiale ha voluto rendergli omaggio e festeggiarlo. Ormai l’udito sembra vacillare, la voce tremola, ma i suoi occhi ancora vispi mostrano una grande vitalità e una grande gioia di vivere, nonostante il peso degli acciacchi dell’età che avanza.
Per lui una messa per ricordare i tanti anni trascorsi insieme al Signore; occasione giusta per celebrare l’anniversario della sua ordinazione presbiterale. Racconta gli aneddoti di una vita che ha incrociato anche lo sguardo della Grande guerra, con le sue difficoltà; fu ordinato presbitero di mattina presto – racconta – i suoi genitori partirono da Martina Franca in carrozza alla volta del Salento.
Ricordi che si mescolano tra i saluti e gli abbracci di una comunità che ha voluto mostrargli tutto il suo affetto per un uomo oggi esempio per molti.

Ottavio Cristofaro