“Questione Martina”, un forum per discutere – Lo Stradone

“Questione Martina”, un forum per discutere

Il Quotidiano Puglia Press lo scorso venerdi 18 febbraio ha organizzato presso la propria redazione un forum sulla “Questione Martina”. L’incontro è stato condotto dal direttore Antonio Rubino e ha visto la presenza dei Consiglieri comunali Giandomenico Bruni, Michele Marraffa, Paolo D’Arcangelo e Pasquale Lasorsa, del Vicesindaco Marcello Cantore e dei Consiglieri Regionali Donato Pentassuglia e Gianfranco Chiarelli.
Di seguito si riporta il resoconto della serata realizzato dalla redazione del Puglia Press.

Questione Martina; dal 1978 è stata quasi sempre ingovernabile o quantomeno difficile da governare. Oggi ci risiamo; l’amministrazione Palazzo è ormai vicina alla sua fine, potremmo dire anche al suo fallimento. Dopo una serie infinita di capovolgimenti di fronte, cambi di casacche, assessori tecnici, oggi siamo ormai alle firme (se ne contano già 12, forse anche 14) per mandare a casa Palazzo e ridare la parola agli elettori.
Un dibattito molto vivace, come era prevedibile, che nella sintesi possiamo definire come la definitiva dichiarazione di fallimento della amministrazione, che prelude con molta probabilità alla proposizione di una mozione di sfiducia per il sindaco. Sindaco che avremmo voluto partecipasse al dibattito ma che, come è noto, in questi giorni è a Milano per partecipare alla BIT. L’amministrazione comunque era rappresentata dal vice sindaco Marcello Cantore.
Di seguito riportiamo una ampia sintesi della serata rinviando alla visione integrale a cui è possibile assistere in questi giorni sulle frequenze di Teletrullo. Il confronto non poteva non avviarsi con un riferimento alle vicende nazionali sulle quali tutti i partecipanti hanno espresso le proprie distinte posizioni.

Per Donato Pentassuglia consigliere regionale PD, Martina vive la sindrome di Stoccolma . “La questione nazionale presenta un problema che è quello della scarsa governabilità, della scarsa attenzione del quadro politico, nessuno escluso su quelli che sono i temi che la gente guarda. Si fa solo gossip; si parla di elezioni ma nessun parla di riforma elettorale, di come il cittadino deve riavvicinarsi e riappropriarsi della politica. I cittadini devono scegliere i loro rappresentanti. La gente non ha capito fino in fondo cosa è accaduto. C’è una grande attenzione in città rispetto alle vicende che sta vivendo Martina Franca; va ristabilito il ruolo importante della politica evitando tra l’altro che si spari nel mucchio e che si consolidi l’idea che tutti i politici siano cialtroni che riscaldano la sedia. La mia lettura vede Martina in crisi dal 1985, nel 1987 saltarono gli equilibri nella DC e da lì fino al termine della prima repubblica si è perso ogni equilibrio. Il problema non è Palazzo si, Palazzo no. Il problema è la politica. Tutta la politica che ha sostenuto e sostiene Palazzo. Martina ha bruciato 14 milioni euro. Penso che prima dei partiti qui ciò che mancano sono gli uomini e le donne.

Gianfranco Chiarelli consigliere regionale PDL spiega le ragioni che hanno indotto il suo partito ad abbandonare Palazzo: “L’approfondimento della situazione politica di Martina Franca va fatta a 360 gradi; dobbiamo guardare alle criticità e individuare insieme le soluzioni. Circa la questione nazionale di sicuro non condivido i comportamenti di Berlusconi, poiché ritengo che dovrebbe avere comportamenti più sobri, coerenti con le responsabilità istituzionali che ricopre. Tuttavia non conosco gli atti del processo e temo che da parte della magistratura ci possa essere un attacco di tipo politico. Mi dispiace per i magistrati, tanti, che operano bene, ma temo che alla fine per la responsabilità di pochi si dovrà giungere a conclusioni estreme. Il voto è scongiurato e a questo punto a cascata anche per la Regione Puglia non dovrebbero esserci scombussolamenti, visto che come sappiamo il governatore Vendola attualmente si occupa di campagna elettorale più che del governo della regione. Parlando di Martina chiariamo subito che il PDL oggi è alla opposizione. Vorrei chiedere a Marcello Cantore oggi voteresti Palazzo? Io penso proprio di no. E ciò mi fa sperare che la fine della amministrazione Palazzo sia ormai vicina. Palazzo per quel che ci riguarda era sostenuto da PDL da UDC e da Martina prima di tutto. A mio parere l’errore del sindaco non è stato quello di candidarsi ma quello di ostinarsi a continuare a fare il sindaco. Nel momento un sindaco già dal 2008 (noi siamo alla opposizione dal 2009), ha assunto una serie di decisioni, registrando di fatto l’assenza di una maggioranza avrebbe dovuto avere un sussulto di dignità e rassegnare le dimissioni. Palazzo ha la grave responsabilità di aver preso le distanze dai partiti disintegrandoli. Oggi Palazzo fa il sindaco delle processioni, delle inaugurazioni, delle presenze alle varie manifestazioni. Noi chiediamo che si vada subito alle elezioni. A Palazzo chiediamo un atto di dignità e di amore per la città.

Tocca al vice sindaco Marcello Cantore provare ad imbastire un minimo di difesa d’ufficio per l’amministrazione, partendo però sempre dalla analisi sulle questioni nazionali: Esprimere giudizi e valutazioni su una vicenda che credo ormai abbia stancato gli italiani è ormai da evitare; è chiaro che i comportamenti personali quando si ricoprono ruoli di grande responsabilità devono essere coerenti con tali responsabilità. Sarà la magistratura comunque a verificare se ci sono responsabilità penali. Per quanto riguarda la politica sia nazionale che locale un certo disagio dei cittadini si avverte chiaramente. C’è un netto distacco tra politica e cittadini. La politica è malata e non riesce a interpretare le tante istanze della gente. La legge elettorale è sicuramente una delle cause di questo allontanamento. Nel 1981 si parlava di elezione diretta del sindaco per avere stabilità di governo, scelta diretta del sindaco e separazione tra l’esecutivo e l’organo di indirizzo e controllo. Quella legge ha creato più instabilità che stabilità. Si sono sciolte diverse amministrazioni comunali. Quando un candidato sindaco viene scelto nel ambito di due tre segreterie di partito il rischio è quello che lo si debba sopportare per 5 anni o interrompere la legislatura. Quando si è cambiata la legge che ha portato alla nomina e non alla scelta dei parlamentari. Oggi capita che se un partito mettesse al primo posto del listino Vallanzasca ce lo ritroveremmo eletto in parlamento. Tutti sostengono che questa legge va riformata, lo dicono i sondaggi, ma non si capisce perché si continua a mantenerla così com’è. Rispondendo alla domanda di Chiarelli: non ho votato Palazzo e non lo voterei; ho accettato di fare l’assessore per senso di responsabilità. Ho accolto l’invito da parte di alcuni consiglieri. Il fuoco incrociato contro Palazzo mi fa pensare che c’è un giudizio pressoché unanime negativo, ma si dà la croce addosso a Palazzo individuandolo come capro espiatorio quando la responsabilità è sicuramente più diffusa.

Secondo Michele Marraffa consigliere comunale del PDL, Palazzo ha tradito gli elettori. Il caso nazionale è sicuramente fonte di discussione; voglio evidenziare che innanzitutto nessuno sa se effettivamente ciò che finora è emerso corrisponda al vero. Ricordo anche che nella storia di simile situazioni si sono ripetute, vedi ad esempio il caso Clinton per fare un solo esempio. Io mi preoccuperei piuttosto se Berlusconi fosse stato accusato di ben più gravi reati. Vorrei che si parlasse di più di economia, di problemi reali, e non di cosa fa Berlusconi la sera o la notte. Stando dietro al gossip non ci rendiamo conto di come la nostra economia faccia passi indietro. Sulla riforma elettorale sono d’accordo ma a che serve se poi si fanno i ribaltoni; a che serve se poi un Presidente della Repubblica decide di sostenere un governo tecnico. Avrei voluto avere la presenza del sindaco Palazzo, che per me ha tradito l’elettorato, mi preoccupo di comportamenti di alcuni consiglieri comunali di Martina Franca. Ai cittadini e agli elettori interessa sapere quale potrà essere il futuro economico della città. La domanda è dove portiamo la nostra città? Sin dall’inizio a mio parere noi del PDL non siamo mai stati effettivamente in maggioranza a Martina Franca. La scelta di andare alla opposizione è stata una scelta chiara. Palazzo non è agnello sacrificale; è il capo della amministrazione e quindi ne risponde in prima persona sul piano politico. Ha ignorato i partiti che pure lo hanno sostenuto. Se a livello nazionale c’è la compravendita di parlamentari a Martina c’è quella dei consiglieri comunali. Siamo quindi arrivati alle conclusioni che non potevano più sostenere la politica di Palazzo. Faccio appello ai veri partiti che sono alla opposizione oggi perché si giunga coerentemente alle estreme conseguenze, ovvero a mandare a casa Palazzo per tornare a dare la voce agli elettori. Questa amministrazione è fallita. Noi ne abbiamo preso contezza e abbiamo fatto una scelta coerente di campo.

Anche per Pasquale Lasorsa consigliere comunale della civica AmoMartina (Io Sud), Palazzo dovrebbe lasciare per decenza. il consiglio comunale di Martina ormai non è più la sede del confronto e della soluzione dei problemi. Per quanto riguarda le questioni nazionali, io penso che le ragioni per tornare alle urne non possano essere limitate alle vicissitudini penose che riguardano la vita personale del capo di governo. In realtà occorre tornare alle urne perché oltre al disagio oggi si vive in una situazione di grave crisi economica. Mi attendevo le riforme fondamentali necessarie all’Italia per riprendere quota ed essere competitiva. A distanza ormai di tanti anni però, tirando le somme, non si può non richiedere a Berlusconi di lasciare la scena; ripeto non per le sue vicende personali ma per quello che non ha fatto rispetto a quanto garantito. Riforma della pubblica amministrazione, delle pensioni, della giustizia, tutte annunciate e mai realizzate. Per le stesse ragioni, ovvero per la decenza, anche il sindaco Palazzo dovrebbe lasciare. L’UDC, che pure aveva sostenuto fortemente la candidatura Palazzo oggi è in prima fila a chiederne le dimissioni.

Per Paolo D’ Arcangelo consigliere comunale UDC la questione morale viene prima di quella politica. Palazzo è un fantasma che si aggira nel municipio
Sulla questione Berlusconi ritengo di dovermi astenere. Dico solo che non siamo tutti uguali e non si può affermare che tutti hanno peccato. Su Martina Franca invece ho diverse cose da dire. A Martina si pone una questione morale, nella misura in cui quello che noi abbiamo denunciato in consiglio comunale (e non con esposti o querele) la dissipazione delle risorse pubbliche, abbiamo contestato e denunciato lo spreco di risorse, abbiamo contestato l’aumento ingiustificato delle entrate in particolare della tassa rifiuti. Alla fine il riscontro non lo abbiamo avuto da un altra parte politica ama dalla Corte dei Conti, dalla ragioneria generale dello Stato. Sono state accertate irregolarità nelle retribuzioni del personale, la ragioneria generale dello stato ha già nel 2008 fatto emergere irregolarità nella corresponsione degli emolumenti ai dirigenti. Prima di parlare di progetti politici occorre dire chiaramente agi elettori se chiediamo il voto per sistemare i nostri amici, per fare gli assessori, per entrare nello staff, o se per fare gli interessi della città. Non intendo parlare del sindaco Palazzo, per me è ormai il passato, una delle pagine più brutte della storia martinese. Nel consiglio comunale di Martina Fanca ci sono consiglieri che si fanno comprare e consiglieri che non lo fanno. Ci sono consiglieri che svolgono trattative personali con il sindaco e consiglieri che sono fedeli al progetto politico per il quale si sono candidati. Ci sono consiglieri che invece, tradendo sin dal principio, la fiducia sia dei partiti sia dagli elettori, sono andati avanti facendo trattative per i propri interessi. Il tutto ignorando i partiti.

Sulla necessità di una mozione di sfiducia Giandomenico Bruni consigliere comunale PD. Parlando dei fatti nazionali credo che, senza entrare nella vicenda giudiziaria, ci sia una questione di opportunità. Un capo di governo dovrebbe avere la sensibilità di mettersi da parte per favorire peraltro la emersione della verità. Sarebbe utile per me dare la parola agli elettori; personalmente non amo i ribaltoni, non gradisco compravendita di parlamentari o di altri rappresentanti istituzionali. Credo che la gente abbia bisogno di chiarezza e di lealtà. Quando una compagine vince le elezioni in caso di crisi la parola va ridata agli elettori. Per quanto riguarda Martina credo che il tutto sia in coerenza con quanto accade a livello nazionale. Oggi i partiti che hanno contribuito alla elezione del sindaco Palazzo si ritrovano in parte alla opposizione. Vi sono alcuni consiglieri dell’opposizione che hanno predicato bene e razzolato molto male. L’amministrazione si regge sulle gambe di consiglieri che erano inizialmente all’opposizione. Per me un comportamento sul piano etico assolutamente censurabile. Lavorare in un consiglio comunale come quello di Martina Franca è pressoché impossibile; innanzitutto perché non c’è confronto. Il PD può di sicuro vantare la propria assoluta coerenza. Non ha mai accettato proposte che pure sono venute da Palazzo. Questo perché abbiamo verificato che non c’è un reale progetto politico. Il PDL assumendosi una grande responsabilità, andando alla opposizione, ha certificato un fallimento politico. Il PD e Il PDL in questa fase non vanno a braccetto, ma condividono l’obiettivo che oggi è quello di andare oltre l’attuale fase della amministrazione Palazzo. Una amministrazione che già dopo sei mesi dall’insediamento ha mostrato tutti i suoi limiti. Palazzo ormai non è il futuro di Martina. In consiglio comunale non è arrivato alcun argomento di rilevo da discutere. Palazzo ha indebitato la città per 4 milioni di euro avendo un avanzo di oltre dieci milioni di euro. Raggiunte 12 firme più le due dell’UDC ne mancano solo due e possiamo mandare a casa Palazzo e tornare alle urne.

A cura della redazione del Puglia Press