Argomento del contendere, anche a muso duro, la decisione del governo di aumentare l’Iva alle Pay tv, praticamente a Sky, dal 10 al 20 per cento.
Attacca Berlusconi, replicando alle violente accuse di conflitto di interesse: “E’ stata penalizzata anche Mediaset che sta facendo partire una tv a pagamento. Questo significa che la sinistra si è inventata ancora una volta la menzogna del conflitto d’interessi. La sinistra aveva dato a Sky per i rapporti che aveva con quella televisione il privilegio del 10 per cento dell’Iva. Abbiamo tolto quei privilegi e abbiamo fatto tornare l’Iva a Sky uguale a quella di tutti gli altri. Sky non è una concorrente di Mediaset perché viaggia sul satellite. Anche Mediaset è stata penalizzata”.
Insiste Veltroni: “Questa misura è un modo per colpire un’impresa, Sky, che produce e dà lavoro e per colpire i cittadini deprimendo ulteriormente il Paese. E’ una decisione che agisce per il 92 per cento sul principale concorrente di Berlusconi. Il governo prende una misura che è un aumento delle tasse perché non stiamo parlando di famiglie ricche ma dei tifosi di calcio che si sono abbonati a Sky: ora si trovano il prezzo raddoppiato”. E Bersani, ministro ombra Pd dell’economia: “In quel decreto c’è una tassa sulla pay tv che pagheranno milioni di famiglie e che pesa uno per le aziende del presidente del consiglio e cento per un suo concorrente. Ci siamo orami abituati a tutto ma voglio credere che una simile stortura del mercato non passi inosservata”.
La parola passa ovviamente al neozelandese Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia: “Doveva essere un provvedimento (quello anticrisi) a vantaggio delle imprese e delle famiglie invece è un aumento di tasse per chi ha liberamente scelto i nostri programmi e un freno alla nostra impresa di generare sviluppo e nuovi posti di lavoro”. Poi da una parte (sul Corriere della Sera) lascia intendere che la strategia aziendale sarà quella di scaricare sui 4,7 milioni di abbonati l’aumento dell’imposta, mentre da un’altra (su Repubblica) alla domanda se Sky , a fronte dell’aumento dell’Iva, aumenterà il prezzo degli abbonamenti, risponde: “Non abbiamo ancora un’idea precisa, è una decisione che spetta all’azienda e l’azienda si farà carico certamente di una parte di questo eventuale incremento”.
Ecco questo è il quadro della situazione. Come si vede piuttosto ingarbugliato, anche perché il provvedimento del governo potrebbe essere rimesso in discussione nel corso del dibattito in Parlamento.
Comunque stiano le cose, comunque vadano a finire le vicende, comunque si sviluppi il dibattito sul possibile conflitto d’interesse di Berlusconi premier e Berlusconi padrone di Mediaset, si spera solo che il governo e Sky abbiano ben presente una cosa: che gli italiani non ne possono più di tante cose, ma soprattutto sono stanchi di pagare tasse in continuazione. E’ bene questo che politici e imprenditori se lo mettano bene in testa. E sarebbe anche opportuno che Sky chiarisse una volta per tutte la sua posizione: se dovesse entrare in vigore l’aumento dell’Iva chi pagherà la differenza? Si spera proprio che non debba toccare ai clienti Sky, con tutto quello che hanno fatto guadagnare all’azienda in questi anni.
I furbetti del quartierino ci sono già stati. Non vorremmo che fra Berlusconi, Mediaset, possibili conflitti di interesse, Murdoch, Sky, pay tv, mister Mockridge e tasse che aumentano, fosse la volta dei “furbetti dell’eterino”.
Fonte: Quotidiano Nazionale