Successo di donazioni per la festa della Madonna del Carmine. Ma il sangue non basta mai.. – Lo Stradone

Successo di donazioni per la festa della Madonna del Carmine. Ma il sangue non basta mai..

In occasione dei festeggiamenti per la Madonna del Carmine domenica scorsa è stata organizzata una giornata straordinaria della donazione con la presenza dell’autoemoteca dell’Ospedale S.S. Annunziata di Taranto nei pressi della Chiesa della Madonna del Carmine.

Con una presenza di 40 persone sono state 35 le donazioni effettuate

Merito della locale sezione AVIS di Martina Franca, che ogni anno in occasione della festa della Madonna del Carmine promuove questa iniziativa con la presenza dell’autoemoteca dell’Ospedale S.S. Annunziata di Taranto.

L’intenzione di donare il sangue è sempre meno diffusa tra i giovani italiani. Paure, falsi miti e scarse informazioni hanno determinato, negli ultimi anni, un allontanamento delle nuove generazioni da questo importante gesto di solidarietà.

È quanto emerge dai dati che AVIS ha presentato alla sala stampa della Camera dei Deputati, nel corso di una conferenza.

A preoccupare maggiormente è la flessione del numero di donatori più giovani, come ha sottolineato il Direttore generale del Centro nazionale sangue, Vincenzo De Angelis.

«La raccolta di sangue e plasma sta tornando ai livelli pre-Covid, ma il mancato ricambio generazionale della popolazione dei donatori è un fattore che desta sempre più preoccupazione. I donatori tra i 18 e i 45 anni sono calati del 2% in un anno e questa è solo una delle criticità che il sistema sangue dovrà affrontare nei prossimi mesi e anni, operando di concerto a tutti livelli, coinvolgendo le istituzioni e valorizzando sempre di più il prezioso lavoro delle associazioni di volontariato e dei professionisti dei servizi trasfusionali italiani».

Anche tra gli adolescenti i dati sono poco incoraggianti: un’indagine commissionata da AVIS al Laboratorio Adolescenza ed effettuata su un campione di 5.600 ragazzi rileva che solo il 38% sarebbe intenzionato a donare al compimento della maggiore età. Un dato in flessione di ben 10 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione, effettuata solo due anni fa.

A farla da padrona ci sono alcune irriducibili paure come quella per l’ago, la vista del sangue oppure il timore di svenire durante o dopo il prelievo. Inoltre, la fine della pandemia probabilmente ha favorito tra i teenager la diffusione di un atteggiamento più introspettivo, maggiormente proiettato su se stessi che sui bisogni della comunità.

I dati raccolti da AVIS nel corso di numerosi incontri con ragazze e ragazzi under 25 dimostrano che le informazioni in loro possesso sono molto frammentarie e questo li spingerebbe spesso ad auto escludersi, nell’errata convinzione di non essere idonei alla donazione.

Gli intervistati hanno dichiarato di ricorrere sempre più spesso ai social network come Instagram o TikTok per informarsi e ciò confermerebbe quanto già emerso in analoghe ricerche condotte da Google negli Stati Uniti: le reti sociali sono ormai divenute a tutti gli effetti i nuovi motori di ricerca della Generazione Z, con cui si definiscono i nati dopo il 1997.

«Partendo da questi presupposti abbiamo compreso la necessità di rivedere le nostre strategie comunicative – commenta il Presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola – e il nostro approccio verso le piattaforme social più diffuse tra i giovani, di cui troppo spesso viene riconosciuta la mera funzione di intrattenimento. Per questo abbiamo incentivato la nostra presenza su questi canali e abbiamo da poco lanciato una nuova campagna, dal titolo “Mettiti in gioco, dona il sangue”, che punta a stimolare tra i giovani il superamento dei propri limiti e l’adozione di un atteggiamento proattivo verso gli altri. La nostra attività nel mondo della scuola ha, inoltre, previsto l’impiego della realtà virtuale per stimolare, con comprovato successo, un dialogo più costruttivo tra studenti e docenti sui temi della cittadinanza attiva e del volontariato. Troppo spesso tendiamo a definire i giovani come il nostro futuro, ma è nostro compito renderli protagonisti già del presente. Ecco perché vogliamo lanciare un appello al dono, affinché anche loro possano garantire le terapie salvavita agli oltre 1800 pazienti che ogni giorno dell’anno necessitano di trasfusioni di sangue. Mettetevi in gioco e date il vostro prezioso e insostituibile contributo anche d’estate. Sul piano organizzativo, per intercettare le esigenze dei donatori il sistema di raccolta deve evolvere verso logiche di flessibilità e prossimità», prosegue il Presidente Briola.

«L’inserimento dei centri di raccolta di sangue e plasma all’interno delle Case della Comunità e l’estensione degli orari di apertura dei centri potrebbero, a nostro avviso, essere prime soluzioni in grado di segnare un cambio di passo verso il coinvolgimento dei giovani».