Sanremo. Renzo Rubino e il suo brano “Custodire”: come si fa a non votarlo? – Lo Stradone

Sanremo. Renzo Rubino e il suo brano “Custodire”: come si fa a non votarlo?

Renzo Rubino al teatro Ariston di Sanremo

Renzo Rubino torna in gara al Festival di Sanremo a distanza di quattro anni dal terzo posto del 2014 tra i “big” con “Ora” e a cinque dalla sua prima partecipazione, quella del 2013 tra le “Nuove Proposte” con “Amami uomo”. Il cantautore pugliese presenta sul palco dell’Ariston “Custodire”, prodotta da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

Fino a ora Renzo ha pubblicato quattro dischi: Farfavole (2011), Poppins (2013), Secondo Rubino (2014) e Il gelato dopo il mare (2017). I suoi ultimi tre dischi sono stati prodotti da Warner Music Italia. La canzone con cui si fece conoscere nel 2013 è “Il postino”: parla di una storia d’amore e vinse il Premio della Critica “Mia Martini” per la categoria “Giovani”, mentre con “Ora”, la canzone con cui aveva partecipato al Festival di Sanremo nel 2014, Rubino era arrivato al terzo posto nella classifica finale. Il suo ultimo singolo, estratto dal disco Il gelato dopo il mare, è “La La La”, il cui video era stato girato nella sua Martina Franca.


Il testo completo di “Custodire”

Tu ridotta una bambina
Io tradotto in un bastardo
Noi non siamo mai stanchi nell’odiarci
Come abbiamo fatto ad essere qui
Pronti ad azzuffarci
Se prima era una corsa per amarci
Puoi custodire l’affetto nell’insolenza
Non fare così
Abbracciami dai
Arrabbiati poi
Tu vestita d’innocenza
Io carisma usato male
Non poteva che sbocciare un cardo viola
Come abbiamo fatto a esistere
Senza mai resistere
Troppo giovani per invecchiare insieme
Puoi custodire l’affetto nell’insolenza
Non fare così
Abbracciami dai
Arrabbiati poi
Per una volta parlatevi
E fatelo pianissimo
Per una volta slegatevi
Lasciando qualcosa di buono un imprevisto
Gettando tutto il resto
Puoi custodire l’affetto nell’insolenza
Non fare così
Abbracciami dai
Arrabbiati poi
Può sopravvivere affetto in questa stanza
O lontano da noi
Proviamoci dai
Come non abbiamo fatto mai