Puglia arancione: “Non possiamo permetterci di perdere l’appuntamento con il Natale” – Lo Stradone

Puglia arancione: “Non possiamo permetterci di perdere l’appuntamento con il Natale”

In Puglia dalla mezzanotte e un minuto di giovedì, il semaforo segna il colore ‘arancione’. Un colore che richiama all’ attenzione e che potrebbe passare al rosso se la curva dei contagi dovesse puntare verso l’alto.

Intanto, ci si prepara a vivere il primo week end delle nuove misure anti Covid. Niente consumazioni al bar, ristoranti, pasticcerie, pub già a partire da venerdì, consentite le consegne a domicilio (delivery) senza limiti di orario e l’asporto (take away) sino alle 22.00, e il catering su base contrattuale. Chiusi i centri commerciali. Vietati gli spostamenti in entrata e in uscita dalla regione e dal comune di residenza. Dopo le 22.00 tutti a casa. Naturalmente, restano in vigore le misure di contenimento già emanate sull’intero territorio nazionale -DPCM 24 ottobre – tra le quali, per quanto riguarda il commercio, l’obbligo di esporre all’ingresso degli esercizi commerciali un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti. Decreto che aveva già tagliato varie attività commerciali e di servizio, tra cui: palestre, piscine, centri benessere, sale da ballo e discoteche, sale giochi, cinema e teatri, l’attività convegnistica e congressuale, le cerimonie.

La ristorazione è tra i settori più colpiti, il sacrificio richiesto alle imprese del settore colpirà il 27% delle attività.


“Da oggi molte delle attività che fanno ristorazione resteranno chiuse -commenta Paolo Barivelo, presidente prov. di Fipe Bar- non per tutti l’asporto pareggia i costi di investimento che una attività sarebbe costretta ad affettuare per offrire un servizio di qualità e a norma con le disposizioni anticovid. Il Governo assicura che è pronto a mettere in campo risorse – Decreto Ristori- da far arrivare alle imprese direttamente sui conti correnti degli imprenditori, ma noi temiamo che si ripetano le situazioni già viste e in tal caso il danno sarebbe gravissimo. Oggi siamo uno dei settori più penalizzati: ci viene chiesto un nuovo importante sacrificio dopo un primo lockdown a mala pena superato con le riaperture estive; auspichiamo che questo nuovo giro di vite possa servire per farci ripartire a Natale.”

“Abbiamo qualche dubbio sulla assoluta necessità di chiudere bar e ristoranti –commenta Leonardo Giangrande – presidente prov. di ConfcommercioTaranto- la maggior parte delle attività è stata attenta alle prescrizioni. Vi sono altri luoghi che facilitano i contagi: in genere ovunque vi siano affollamenti di gente, anche per strada e nei centri commerciali dove la gente continua a passeggiare con molta disinvoltura, spesso con mascherine non adeguatamente indossate. I controlli sino a questo momento hanno molto lasciato a desiderare. Non si può addossare ad un settore responsabilità che sono di tutti i cittadini. Fra 15 giorni i tecnici della Regione potrebbero valutare che i dati del contagio non sono buoni e potrebbe arrivare il black out totale. E sarebbe drammatico, non vogliamo neppure immaginare cosa potrebbe significare per le imprese. Non possiamo permetterci di perdere l’appuntamento con il Natale, ne va della tenuta sociale oltre che economica del territorio. Dunque, responsabilità da parte di tutti, anche in famiglia”.


Intanto il direttivo provinciale di Federmoda, nei giorni scorsi ha deliberato di anticipare la apertura serale delle attività alle ore 16.00 per offrire ai consumatori un servizio più integrato con l’orario di uscita dagli uffici, conseguentemente la chiusura serale dei negozi della moda sarà anticipata alle ore 20.00. Naturalmente, si tratta di una indicazione alla quale le attività sono libere di aderire.