Emicrania: come riconoscerla senza “perdere la testa” – Lo Stradone

Emicrania: come riconoscerla senza “perdere la testa”

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le cefalee figurano fra le malattie che più compromettono il benessere fisico e psicologico di una persona.
Con il termine cefalea si intende in modo generico il “dolore alla testa”, non classificato come una vera e propria malattia, ma addirittura in alcuni casi come una risposta difensiva dell’organismo.

Ci sono dei segnali che ci aiutano ad identificare per tempo l’arrivo di un attacco di emicrania tra cui visione annebbiata e disturbi visivi, sbalzi d’umore, maggiore sete, aumento o decremento dell’appetito, sensibilità ai suoni ed agli odori, affaticamento od agitazione, vertigini ecc.
Esistono tuttavia, oltre 100 tipi di cefalea ma, sebbene si manifestino in modo diverso, i disturbi rientrano in sole tre categorie: la cefalea di tipo tensivo, caratterizzata da un dolore persistente e non pulsante a intensità lieve, localizzato soprattutto alla fronte e a volte diffuso in tutto il capo; l’emicrania, caratterizzata da dolore pulsante su un lato della testa, e dall’intensità tale da poter compromettere le attività quotidiane; la cefalea a grappolo che risulta più rara, localizza il dolore sull’occhio e si manifesta nelle forme croniche e più disabilitanti. A questi tre principali tipi si aggiunge la nevralgia del trigemino, che determina una compressione del nervo e successiva anomalia che ne causa il dolore.

La percentuale di donne colpite è maggiore rispetto agli uomini, soprattutto a causa degli sbalzi ormonali legati al ciclo mestruale, ma nonostante questo, la diagnosi di cefalea, allo stato attuale, non prevede alcun dato strumentale o biologico tale da avere un valore diagnostico ufficiale per una corretta diagnosi; pertanto è necessaria una attenta raccolta della storia clinica del paziente ed un accurato esame obiettivo generale e neurologico.

È stato inoltre dimostrato che, fare attività fisica aerobica in maniera continuativa, tecniche di rilassamento, impostare una corretta meccanica respiratoria e correggere alimentazione e stile di vita siano approcci validi per prevenire attacchi di fastidiosi “mal di testa”.

Bere molta acqua, mangiare verdure ricche di vitamina B, cibi ricchi di magnesio, cereali integrali e germe di grano che dilatano i vasi sanguigni è senza dubbio da favorire ad una dieta ricca di glutammato, nitriti, formaggi stagionati contenenti tiramina ed alcolici. Possiamo inoltre sfatare le credenze sulla caffeina, al contrario di ciò che si pensa la caffeina aiuta in alcuni attacchi di cefalea, ma attenzione sempre a non esagerare.

Nella cura del mal di testa, la fitoterapia impiega tisane, tinture madri o estratti secchi di erbe e piante officinali con proprietà antinfiammatoria, analgesica. I fiori di Bach rappresentano una terapia dolce e naturale, per riequilibrare lo specifico stato emotivo alterato che provoca il mal di testa, in virtù del fatto che la psiche e gli stati emozionali giocano un ruolo di primaria importanza nell’insorgenza di questo disturbo.

Tra i profumi prodotti dalle piante aromatiche usati per alleviare il mal di testa, troviamo le essenze balsamiche che decongestionano le vie aeree, utili nella cura della cefalea dovuta a sinusite, e quelle ad azione rilassante sul sistema nervoso.
Qualsiasi rimedio scegliamo di usare dall’omeopatia alla medicina tradizionale, la cefalea non va sottovalutata come spesso succede: “trattiamola bene la nostra testa”!

Emanuela Saracino
*Ricercatrice presso Consiglio Nazionale delle Ricerche