Lavoro nello sport. La mappa tarantina tra precariato e diritti – Lo Stradone

Lavoro nello sport. La mappa tarantina tra precariato e diritti

La riforma dello sport vista sotto la lente d’ingrandimento dei diritti e alla luce della recente normativa che entrata in vigore lo scorso 1° luglio, cancella i compensi sportivi così come li abbiamo conosciuti sino ad oggi ed introduce alcune forme di tutela.

Le collaborazioni potranno assumere due forme: lavoro sportivo o volontariato puro (cancellata la figura dell’amatore) e si individuano le disposizioni ordinamentali generali in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, assicurazione economica di malattia e di maternità, assicurazione sociale per l’impiego.

Ma qual’è la situazione dei lavoratori sportivi a Taranto e nella sua provincia. A fronte di tale cambiamento la CGIL, l’SLC CGIL e il Nidil CGIL in collaborazione con la UISP Unione Italiana Sport per tutti hanno intercettato atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi e preparatori atletici per fotografare la situazione attuale di chi lavora nel settore dello sport.

Un questionario con 18 domande che servirà a costruire l’identikit del lavoratore sportivo tarantino e contribuirà a costruire una rete di rivendicazioni utili alla crescita matura del settore, anche alla luce degli imminenti appuntamenti sportivi che riguarderanno la Puglia e Taranto in particolare.

I risultati del questionario

Al momento il questionario che ha cominciato ad essere diffuso qualche giorno fa ci aiuta ad avere le prime proiezioni – dice Daniele Simon segretario generale del Nidil CGIL di Taranto – e parliamo prevalentemente di donne (72,9%) tra i 35 e i 40 anni.

Per il 66,7% il lavoro sportivo è l’unico lavoro, il 70% lo fa da piu di 10 anni, per il 63% la pensione è il principale problema da affrontare, soprattutto tra i piu giovani – afferma Matteo De Robertis che per il Nidil CGIL ha costruito l’intelaiatura della ricerca.