La tutela dell’infanzia è tra gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile – Lo Stradone

La tutela dell’infanzia è tra gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile

A Crispiano il ricercatore Francesco Tonucci, ha proposto il suo modello di città a misura di bambino


I temi dell’infanzia sono gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile. Se ne è parlato nel corso del terzo incontro, organizzato a Crispiano nell’ambito dei “Friday4present”.

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG), inquadrati nella Agenda 2030 rappresentano la sfida più ambiziosa della comunità internazionale per i prossimi anni.

Si tratta un’opportunità storica per progredire nella promozione dei diritti e del benessere di ogni bambino e adolescente, soprattutto dei più svantaggiati, e per assicurare un pianeta vivibile per le giovani generazioni di oggi e per quelle future.

Nel corso dell’incontro la relazione del Prof. Francesco Tonucci pedagogista, autore di numerosi libri tradotti in diverse lingue sull’infanzia, l’educazione e la formazione dei docenti, per i quali realizza anche vignette e illustrazioni.

Francesco Tonucci è un ricercatore associato dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano. Ha dedicato la sua attività di ricerca ai temi dell’educazione, specialmente infantile e alla formazione dei docenti. Da più di venti anni è responsabile del progetto internazionale “La città delle bambine e dei bambini”, che ha creato una rete di più di 200 città in Italia, Spagna, Sudamerica e ora in Libano e Turchia.

«Servono città a misura di bambino», ha detto Tonucci. «Una città dove, per esempio, gli spazi pedonali e quelli a velocità ridotta delle auto sono molto diffusi. Quindi, riduzione obbligatoria della velocità, massima sicurezza per chi va a scuola a piedi o in bici, parcheggi gratuiti e sempre più spazi pedonali».

In secondo luogo la città dei bambini «progetta asili e incentiva buone pratiche, come per esempio il “pedibus”, ovvero l’organizzazione di piccoli studenti che si incontrano, e poi vanno a lezione insieme con gli amici. E non accompagnati dai soliti genitori».

La città dei bambini si misura attraverso il test del ghiacciolo, inventato proprio dal ricercatore italiano. Mandate vostro figlio da solo a comprare un ghiacciolo, se quando torna gli è rimasto soltanto lo stecchino, significa che il quartiere non è a prova di bambino. «La verità è che i bambini devono giocare, inciampare, scoprire, in piena autonomia» spiega Tonucci «così sviluppano un prezioso senso di responsabilità e di resilienza. Al contrario, le loro voci non sono ascoltate e i grandi vengono considerati migliori».

Uno degli esempi virtuosi proposti è quello de “La città delle bambine e dei bambini” che è presente nel Comune di Fano, nelle Marche.

Il progetto ideato da Francesco Tonucci ha un preciso intento politico: il protagonismo infantile nel governo della città. Fare del bambino un parametro di cambiamento implica un ribaltamento di prospettiva per tutti gli attori sociali coinvolti, primi fra tutti i sindaci e gli amministratori locali.

Varie sono le città italiane che in questi trent’anni hanno aderito al progetto costruendo una Rete internazionale con l’America Latina, la Spagna e altri Paesi. In quest’arco di tempo, l’impegno della Rete per la partecipazione dei bambini e delle bambine e l’urgenza di recuperare lo spazio pubblico per il gioco libero si sono tradotti in proposte come “Il Consiglio dei bambini”, “A scuola ci andiamo da soli”, “La Progettazione partecipata”.