La Madonna di Loreto a Martina. Cronaca di un pellegrinaggio che ha fatto storia – Lo Stradone

La Madonna di Loreto a Martina. Cronaca di un pellegrinaggio che ha fatto storia

Verbum caro factum est, Martina Franca 19-26 febbraio 2023.


Cronaca della peregrinatio lauretana nel cuore della Valle d’Itria, in Puglia. Diario di bordo di una settimana di devozione, preghiera e meditazioni. Pagine che sono anche storia di una comunità che si ritrova intorno alla statua pellegrina di Maria, che si ricongiunge con se stessa, che fa riprendere la fiamma di una devozione a Loreto in città che affonda le sue radici nei secoli.

Quando abbiamo deciso di accogliere la Madonna di Loreto in parrocchia Regina Mundi? Accanto al sagrato principale sorge una chiesetta, intitolata alla Vergine lauretana. Piccola, silenziosa, accoglie coloro che cercano un posto riparato in cui pregare a qualsiasi ora del giorno. Decadente dal punto di vista strutturale, necessita di interventi. Le sacre rappresentazioni delle litanie lauretane sulle volte del soffitto sono sbiadite Quindi? Quando abbiamo davvero deciso che la Vergine di Loreto dovesse venire a Martina? Il “vai e ripara la mia casa” di francescana memoria ci ha un giorno quasi svegliati dal torpore: avevamo sì bisogno di restaurare quella chiesetta, ma prima di tutto bisognava “restaurarne” il culto, la devozione. Se qui si erge la chiesa per Loreto, significa che nei secoli la devozione aveva già portato in Valle d’Itria la Madonna di Loreto. E tutto è partito, dando vita a un progetto di pellegrinaggio e di accoglienza che ha visto fiumi silenziosi di pellegrini dall’alba al tramonto, per otto giorni. Preghiere, lumi offerti e intenzioni di preghiera, flambeaux elevati al cielo per altrettante sere sulle note dell’Ave Maria. Il progetto grafico, ideato da una giovane professionista parrocchiana, mamma in attesa, rappresenta il fulcro di tutto: una casa, una donna e il suo bambino nel grembo.

Verbum caro factum est. Il messaggio di salvezza è in questa rivelazione, dal grembo di Maria che con il suo giovane “sì” accoglie il progetto di Dio per l’umanità. Verbum caro factum est, ancora. Il versetto di Giovanni ha scandito ogni giorno della settimana di dimora della Vergine di Loreto a Martina Franca, nella parrocchia di Regina Mundi, quella stessa Vergine per la quale qui la devozione La ricorda come sovrana del mondo. Il simulacro atterra in elicottero, nella piazza centrale di Martina in un’assolata mattina di domenica 19 febbraio, accolto dalla folla festante di parrocchiani, giovani e bambini, famiglie, curiosi e devoti accorsi dai borghi limitrofi.

 

È il giorno dell’Accoglienza di Maria nella casa appositamente ricostruita per Lei nei giorni precedenti: una dimora fatta di mattoncini, costruita appositamente per l’occasione in chiesa accanto all’altare. Su ogni mattoncino vi è impresso il nome di persone e famiglie, affidate alla Vergine e affidatesi.

Un filo tematico scandisce il tempo di permanenza della Madonna di Loreto nella comunità parrocchiale. È un percorso che si snoda attraverso i cinque sensi, perché Maria è stata una donna vera, reale, che ha vissuto l’esperienza di Dio facendosi madre del bambino Gesù “caro factum est”, fattosi carne e venuto ad abitare in mezzo a noi. In Lei scorgiamo la pienezza dei sensi umani, che sono dono di Dio, espressione umana che si completa nel sesto senso, quello dell’amore. Le sei tappe hanno scandito il percorso con spunti di riflessione e azioni di preghiera comunitaria.

La Vergine realizza in sé la pienezza dei cinque sensi, e con i suoi “eccomi” diventa espressione totale del senso del cuore, che è amore, servizio. Tante donne, ognuna con il suo cammino vocazionale, hanno aperto i lavori serali delle meditazioni degli ospiti relatori.

Il lunedì è stato il giorno dell’”ascolto”: Maria, colei che ascolta, colei che ha udito e accolto l’annuncio dell’Angelo. Il suo è stato un ascolto globalizzante, coinvolgente, non un semplice udire con le orecchie: la sua è stata un’inclinazione dell’anima. A Monsignor Alessandro Greco, vicario generale dell’Arcidiocesi di Taranto, abbiamo affidato la catechesi serale sul tema.

Nel martedì, Maria è colei che vede, che sogna, che ha la visione completa del messaggio di Dio e del progetto per la sua chiesa. Lei è la prima educatrice, ha il coraggio di lanciare il cuore oltre l’ostacolo (per usare un’immagine tanto cara ai nostri scout), di guardare con gli occhi del cuore e di andare oltre. La catechesi del martedì, tenuta da Monsignor Giovanni Tonucci, prelato emerito di Loreto, ha toccato il tema della visione della Chiesa, della fraternità dei popoli, della pace che non è semplicisticamente il termine di azioni bellicose ma è la sintonia piena tra fratelli, che si riconoscono come tali. La rappresentazione sacra “Maria, donna dei nostri giorni” ispirata agli scritti di don Tonino Bello ed egregiamente portata in scena dalla compagnia teatrale Le Quinte di Martina Franca ha chiuso le meditazioni della giornata, con il linguaggio della danza e della musica che spesso vibrano e arrivano al cuore meglio delle parole.

E ancora. Maria è anche colei che si inebria del profumo di Dio, della sua visione, entrando in perfetta letizia con Lui. Nel percorso settimanale, il senso dell’olfatto ha scandito i tempi del mercoledì santo. Inebriarsi nel profumo di Dio per conciliarsi con Lui e con se stessi, per correggere la storia affinché la storia si realizzi.

Proseguendo lungo il tema scelto, Maria è colei che ha gustato per prima l’Eucarestia, ha “mangiato” il Dio che si fa gustare, che si è fatto pane. Dall’inebriarsi al mangiare il passo è breve, come l’Eucarestia che ci permette di pregustare qui, in terra, quello che sarà il regno dei cieli. Il giovedì, giorno della Coena Domini, il senso dominante è stato il gusto.

Maria, colei che tocca è stato il tema del venerdì, con la preziosa catechesi di padre Ermes Maria Ronchi, il “predicatore” del Santo Padre. A lui abbiamo chiesto di parlarci del tocco di Maria, che guarisce e consola, che allevia dalla sofferenza e che protegge: dalla sua catechesi abbiamo capito che il tocco di Maria è un prendersi cura come Dio fa con noi, è abbraccio, è carezza, è lavoro, è bacio.

Nel sabato si condensa, infine, la sintesi dei cinque sensi: l’amore, il sesto, il punto di arrivo di un percorso di conoscenza che è metafora della vita, che sfocia nel servizio, nel donarsi, nel portare il regno dei cieli sulla terra. Maria è piena espressione di tutto questo, è un riferimento materno per noi uomini e donne in relazione al cammino per arrivare a Dio. Maria è esempio e guida. Otto giorni di fervida devozione a Maria si sono chiusi nell’acme di domenica 26 febbraio, con il rosario aux flambeux e il simulacro della Vergine di Loreto in processione serale dal centro cittadino alla parrocchia Regina Mundi di accoglienza. La comunità parrocchiale ringrazia Dio per questi giorni di grazia, durante i quali visi e mani si sono incrociati in una rete di condivisione profonda e preghiera.

Donatella Gianfrate