A Palazzo ducale “Modulor o Algoritmo” la mostra itinerante di artisti del design – Lo Stradone

A Palazzo ducale “Modulor o Algoritmo” la mostra itinerante di artisti del design

Foto Piero Abbracciavento

È stata inaugurata nelle Sale del Piano Nobile di Palazzo Ducale la prestigiosa mostra dedicata al design industriale “Modulor o Algoritmo”, con il patrocinio del Comune di Martina Franca e dell’ADI (Associazione per il design industriale).

Galatina, Martina Franca, Milano e Matera, capitale europea della cultura per il 2019, sono le location scelte, fino a questo momento, dalla Kubico srl e dai curatori della mostra Cintya Concari e Roberto Marcatti per proporre e far ammirare le creazioni dei migliori designer contemporanei, utilizzando materiale di scarto della stessa azienda Kubico.

Centralità della mostra è la figura stilizzata dell’uomo di Le Corbusier, il grande architetto svizzero, considerato uno dei padri dell’urbanistica contemporanea le cui opere sono diventate Patrimonio Unesco dell’umanità.

Le creazioni degli artisti, quindi, che saranno visibili a Palazzo Ducale dal 9 al 17 febbraio

Le creazioni degli artisti, quindi, che saranno visibili a Palazzo Ducale dal 9 al 17 febbraio sono state ispirate e concepite attraverso il Modulor, una scala di proporzioni progettata nel 1948 da Le Courbusier, avendo come linea guida un’architettura a misura d’uomo anche nella progettazione di molti edifici.

Con questa nuova avventura artistica, i creatori delle opere vogliono porre l’attenzione sul futuro prossimo dell’architettura mondiale, chiedendosi se c’è ancora posto per le intuizioni di Le Cobusier, come il suo Modulo, o al contrario sarà dedicato spazio solo agli algortimi e a una tecnologia senza sentimento.

Il geniale architetto fu definito come un “grande musicista la cui musica, invece di svilupparsi nel tempo, si sviluppa nello spazio a tre dimensioni. Il Modulor è una scala, paragonabile approssimativamente alle scale musicali anche se, invece di essere una scala di suoni, è una scala di grandezze spaziali.”