“Mi chiamo Ivan Zerbini e sono il brasiliano del Csg” – Lo Stradone

“Mi chiamo Ivan Zerbini e sono il brasiliano del Csg”

Il Csg presenta il suo nuovo acquisto. E’ di quelli grossi, di quelli di categoria, la A2 ovviamente. Si tratta dell’italo-brasiliano Ivan Zerbini approdato nella squadra del presidente De Luca, dopo una corte serrata messa in atto dal direttore sportivo, Franco Papapietro. Un corteggiamento a cui Zerbini ha detto finalmente sì. La prima intervista rilasciata da giocatore ufficiale di questo laterale, classe 80′, in Italia giocatore di futsal da sette anni ( le ultime cinque fra le fila dell’Us Polignano tra B e A2), fa trasparire tutto il suo entusiasmo per questa avventura ai nastri di partenza.

Allora Zerbini, a furia di insistere, hai detto sì al Csg. Lusingato…sensazioni a caldo?

“ Beh, non ho avuto nessun dubbio nel raccogliere l’invito del Csg, una società seria, sana, ambiziosa che non ha bisogno di presentazioni. Il presidente, la dirigenza, il mister, mi hanno sin da subito trasmesso grande affidabilità ed entusiasmo. Questo lavoro che poi è un divertimento, va alimentato giorno dopo giorno da una miccia che si chiama passione. Bene, qui la sento ed è come se fossi a casa. Sarà un onore per me vestire la casacca rossoblu, sono pronto a dare il mio contributo in questo campionato che si preannuncia davvero impegnativo”.

Già, la A2 non è uno scherzo, tu ci hai giocato l’anno scorso con l’Us Polignano. Come va affrontato questo campionato?

“Posso dire subito che tra la B e la A2, c’è un divario consistente. In B, ci sono poche squadre a fare la differenza, in una A2 tutte le compagini sono ben attrezzate e non puoi permetterti di abbassare la guardia. I ritmi sono molto più alti, ragion per cui l’allenamento gioca un ruolo fondamentale”.

Capocannoniere per tre stagioni in B, un buon biglietto da visita. E’ il gol la tua caratteristica migliore?

“Mah, il gol è frutto di un lavoro di squadra, non è altro che il prodotto finale di un gioco d’insieme. Se ne ho realizzati tanti, è perchè i compagni mi hanno messo in condizione di farli. Non ho un obiettivo personale, o almeno per scaramanzia preferisco non dirlo. Per ora, penso solo a fare bene con il Csg in A2”.

Non ti sbilanci, eppure dicono di te che hai un bel sinistro ed una tecnica sopraffina. Merito della scuola brasiliana?

“Indubbiamente, in Brasile, il calcetto si basa essenzialmente sulla tecnica. Gioco da quando avevo sei anni ed è nel mio paese che sono cresciuto come giocatore. Poi, diciamo così, sono venuto in Italia ad esportare tutto quello che avevo imparato (sorride…)”.

Sei molto affezionato alla tua terra, soffri per caso di saudade?

Sarei un ipocrita se dicessi di no. Ma mi capita una volta ogni tanto, solo nelle feste. Però una cosa è certa: mi piace sia il cibo del mio paese che quello italiano. Tengo a precisare che, comunque, non mi manca assolutamente niente. In più sento la stima, la fiducia, l’affetto dei compagni. Nel Csg, poi, a partire dal presidente che ritengo una persona seria e capace, mi hanno tutti destato una ottima impressione. Sono qui per trovare nuovi stimoli dopo cinque stagioni giocate con l’Us Polignano e non vedo l’ora di giocare in una piazza importante”.

Eh sì, la piazza non è secondaria, quest’anno sarà Martina. Il Csg nasce a Putignano, ma quest’anno si è completamente martinesizzato. Si allenerà e giocherà al PalaWoytjla, uno dei migliori palazzetti d’Italia. Commenti?

“Conosco perfettamente questo palazzetto dello sport. Ci ho già giocato da avversario svariate volte ed ho sempre provato una bella sensazione. Martina è la città giusta per fare calcetto ad alti livelli. Sono sicuro che avremo davvero tanti sostenitori. Dovremo costruire la maggior parte dei nostri successi in casa e l’apporto dei tifosi sarà senza dubbio determinante. Noi, da parte nostra, cercheremo di far lievitare l’entusiasmo. Sono davvero euforico”.