Nella notte tra sabato 18 e domenica 19 aprile più di 800 persone partite dalle coste del Nord Africa hanno perso la vita in un naufragio. Uomini, donne e bambini come noi, con famiglie come le nostre, amori, passioni, sogni da realizzare. Il mare li ha inghiottiti nella notte per poi riabbracciarli per sempre, loro chiedevano solo di poter vivere come noi, unica colpa essere nati a sud del mondo.
Restare immobili davanti ad una così grande tragedia è disumano, ecco perché anche la città di Martina Franca ha voluto organizzare un’iniziativa per ricordare la tragedia con la manifestazione “Restiamo Umani”.
Una preghiera interreligiosa e una fiaccolata a Martina Franca per ricordare i migranti morti nel naufragio lungo le coste di Malta, perché di fronte alla tragedia dell’emigrazione c’è chi non si volta dall’altra parte.
Nell’aria un silenzio pieno di sentimenti di commozione e di solidarietà per chi nel Canale di Sicilia ha perso la vita cercando la propria liberazione.
L’iniziativa si è svolta presso la Chiesa di San Francesco d’Assisi , con la celebrazione di una Santa messa in segno di rispetto e nel ricordo delle vittime del Mediterraneo celebrata dal Vicario Foraneo Don Luigi De Giorgio e concelebrata dal Presidente del Villaggio di Sant’Agostino Don Martino Mastrovito a cui è seguita una fiaccolata lungo le vie del centro storico fino a raggiungere Piazza Roma.
Un momento di raccoglimento in preghiera, nato spontaneamente, per ricordare la più grave sciagura in mare del dopoguerra, peggiore anche della strage di Lampedusa (Agrigento) del 3 ottobre 2013.
Alla manifestazione ha partecipato tutta la cittadinanza, le associazioni e le autorità, per fermarsi a riflettere su una tragedia umana che ha trasformato il Mediterraneo in un vero e proprio cimitero con oltre 40.000 migranti morti nelle sue acque; un modo per combattere la «globalizzazione dell’indifferenza», perché indipendentemente dal nostro credo, nazionalità, razza, questi morti sono prima di ogni cosa esseri umani in fuga da una situazione disperata, alla ricerca della libertà e di una vita migliore.
Tra gennaio e aprile 2015 gli arrivi in Italia sono stati 24mila (erano stati 20mila nel 2014). Per il 2015 sono stimati 200.000 arrivi. Nel 2014 sono sbarcate sulle coste italiane 170.100 persone (erano state 43mila nel 2013), il 90% in Sicilia, principalmente da Siria, Eritrea e Somalia, il 60% fuggiva da zone di guerra. I migranti arrivati via mare nel periodo 2006-2014 sono stati 324.668 in Italia, 87.067 in Grecia, 39.771 in Spagna, 13.821 a Malta.
Oltre all’accoglienza ordinaria, le Prefetture hanno dovuto identificare nuove strutture temporanee: palasport, alberghi, ex caserme o altri alloggi improvvisati chiamati Centri di accoglienza straordinaria (Cas), sia per adulti sia per gli oltre 11mila minori arrivati nel 2014. Poi ci sono i Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara). Infine, per i più fortunati, ci sono i centri del Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), un percorso più articolato che dovrebbe offrire al migrante anche l’apprendimento della lingua e l’inserimento sociale. Ogni anno lo Stato spende in totale per l’accoglienza circa 700/800 milioni di euro, per il 2015 si annuncia una spesa intorno a 1 miliardo. Oggi per ogni richiedente asilo lo Stato versa agli enti gestori dei centri 35/40 euro al giorno, che assicurano vitto, alloggio, vestiti, corsi. Solo 2,5 euro al giorno vanno agli ospiti.
o.cri.