Di seguito una nota della coordinatrice della Cgil di Martina Franca Isabella Massafra.
Il testo unico degli Enti Locali stabilisce che entro il 31 dicembre i Comuni devono approvare il bilancio preventivo per l’anno successivo.
Nella nostra città, ormai da diversi anni, il bilancio preventivo si approva con un ritardo del tutto ingiustificato; quest’anno poi siamo già alla fine di giugno e di bilancio preventivo non si intravede nemmeno l’ombra.
Eppure a questa data e comunque entro il 30 giugno dovremmo già conoscere, tramite il rendiconto, i risultati di gestione del bilancio del 2008 con la relazione della giunta che dovrebbe esprimere la valutazione sull’efficacia dell’attività di governo svolta l’anno scorso.
Il mancato rispetto dei termini entro i quali bisogna approvare gli atti amministrativi contabili determina un elevato grado di confusione, un’incertezza amministrativa rilevante, l’impossibilità di governo della città sulla base della rilevazione dei bisogni più elementari, l’elusione dei principi di trasparenza e di partecipazione democratica nella determinazione delle scelte utili ad affrontare i problemi più impellenti della società, le difficoltà di controllo sull’andamento della spesa e sull’utilizzo delle risorse umane e finanziarie, con ricadute estremamente negative rispetto non solo alla qualità della spesa del bilancio comunale, ma anche alle potenzialità di utilizzo di risorse aggiuntive, che programmi regionali e comunitari mettono a disposizione degli Enti Locali.
E’ vero che la nostra città ha perso negli ultimi anni notevoli opportunità di potenziamento dei servizi, di riqualificazione urbanistica, nonché di riconversione e di rilancio dell’economia all’interno di un’idea di tutela e di salvaguardia del territorio e di protezione dell’immane patrimonio ambientale e culturale, di cui, forse indegnamente, godiamo.
E che questo sia vero lo si può dedurre da alcune graduatorie di comuni, che hanno partecipato a bandi regionali per i più diversi interventi.
Pochi esempi per rilevare la gravità della situazione:
PIRP (Programma integrato per il risanamento delle periferie): la CGIL e altre associazioni culturali sollecitarono a suo tempo l’Amministrazione comunale, perché presentasse un piano di riqualificazione a partire dal quartiere Don Bosco, che vive ingiustamente una condizione di abbandono e di forte precarietà ambientale, economica e sociale, estendendo il recupero ad altre realtà, quali San Francesco e il Carmine. Riunioni, assemblee, incontri con i cittadini; è stata elaborata la graduatoria regionale dei Comuni, partecipanti al bando, ma il Comune di Martina non c’è, perché non predispose in tempo il piano.
PUTT (Piano urbanistico territoriale tematico) essenziale per la tutela paesaggistica del territorio e propedeutico a rilevanti interventi di rilancio dell’agricoltura, dell’allevamento e del turismo: nonostante il commissariamento della Regione risulta impossibile introdurlo nella vigente programmazione urbanistica comunale;
PRU (Piano di riqualificazione urbana) con il relativo potenziamento dell’Edilizia sociale e il risanamento di aree estremamente degradate.
Altrettanto ricco è l’elenco delle opportunità perse per il potenziamento della rete dei servizi e per il sostegno ai ceti più deboli: asili nido, case di riposo per anziani (quella comunale è stata addirittura chiusa!), centri diurni per minori a rischio di esclusione ed emarginazione sociale, politiche di accoglienza per gli immigrati, sostegno alle donne che subiscono maltrattamenti e che devono mantenere una famiglia, interventi contro la povertà.
Tanti bandi: nessuna partecipazione e quelle poche cose inserite nella programmazione del Piano sociale d’ambito stentano a vedere la luce.
C’è poco da recriminare contro le critiche che si levano dalla città.
A Martina due cose sono certe: l’aumento della TARSU (per il 2009 si prevede ancora una volta il 70% in più) e l’aumento degli stipendi dei dirigenti, in un contesto l’uno e l’altro di grave approssimazione nella gestione amministrativa, che risulta del tutto fuori controllo e al limite della legalità.
Gli ultimi eventi non fanno ben sperare in un’inversione di tendenza: le divisioni nella maggioranza, le difficoltà del Consiglio comunale ad approvare gli atti fondamentali per l’amministrazione, l’indifferenza verso problematiche che attanagliano la città , quali la crisi di settori economici rilevanti, il tessile, le costruzioni, le attività commerciali, con la inevitabile ricaduta sui livelli occupazionali e il conseguente incremento del lavoro nero e precario, sulla riduzione del potere di acquisto degli stipendi e del salario, costituiscono un quadro d’insieme della situazione alquanto grave per la precarietà e l’inconcludenza dell’azione amministrativa.
Per arginare questa deriva la CGIL invita i cittadini a partecipare alla seduta del prossimo consiglio, che ha all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio comunale, per impedire che le scelte abbiano gravi ripercussioni sulle famiglie e sui ceti più poveri della città.