Una campagna elettorale che ormai è agli sgoccioli e che nella nostra città ha focalizzato la propria attenzione sull’elezione del nuovo presidente della provincia di Taranto e dei relativi consiglieri. Come al solito tante promesse, tante parole gettate al vento. In questi giorni nella nostra redazione ci sono giunte tante segnalazioni da parte di cittadini che lamentano abusi e comportamenti scorretti di alcuni candidati (per non dire molti ndr). Ce n’è per tutti i gusti. Alcuni ragazzi titolari (in affitto) di un locale nel centro storico ci hanno segnalato l’affissione di un mega manifesto sulla loro porta di ingresso che ne impedisce l’apertura. Un altro cittadino ci ha inviato la foto di un ammasso di pubblicità elettorale gettata all’interno del vano scala del proprio condominio, ma questa è “roba da poco”, basti guardare nei nostri condomini per verificare che questo accade un po’ dovunque. Per non parlare, anche in questa campagna elettorale, delle affissioni irregolari, su spazi non autorizzati o peggio ancora direttamente “incollati” sulle facciate degli edifici. Ma le vere “trovate” di quest’anno, protagoniste dell’intera campagna, sono state le vele pubblicitarie, cioè quei mega camion con al posto del cassone, un mega pannello pubblicitario 3 metri per 6. Molti hanno scelto questa modalità di propaganda, ma la legge parla chiaro: quel tipo di pubblicità veicolare può essere effettuato soltanto con il mezzo in movimento. In altre parole, nessuno di quei mezzi può essere tenuto in sosta in strade pubbliche con la pubblicità elettorale durante tutto il corso del mese precedente la data delle elezioni, quello che in altre parole chiamiamo periodo elettorale. Ma a molti pare che questo non interessi infischiandosene del tutto dei regolamenti che impediscono tali operazioni, salvo poi farsi promotori di una politica nuova e titolari di un principio di legalità che promettono di mettere sempre a disposizione del cittadino che vorrà sposare la sua causa. Un vero peccato, perché alcuni di questi avevano dimostrato davvero di poter rappresentare una seria alternativa ad una classe politica spesso inconcludente. È opinione ampiamente diffusa, ma del tutto errata, che il numero di voti ottenuti sia direttamente proporzionale al numero delle volte che la gente guarda il volto del candidato. Così non è. È giusto che anche la gente conosca le regole del gioco, perché quando si sarà soli nel buio della cabina elettorale, ognuno di noi cercherà di premiare colui che, almeno nelle premesse, si è sforzato di rispettarle. Perché non rispettare le regole del gioco significa barare, e barando non si potrà mai dire di avere vinto sul serio.
Ottavio Cristofaro