I segreti delle Pianelle nei racconti di Franco Cappelari – Lo Stradone

I segreti delle Pianelle nei racconti di Franco Cappelari

Il Parco delle Pianelle di strada, negli anni, ne ha fatta tanta. Da semplice bosco, sottovalutato, maltenuto e rifugio di briganti agli inizi del Novecento, sino a diventare oggi Riserva naturale regionale orientata, ancora inespressa, come nel passato, nel pieno delle proprie potenzialità, ma quantomeno riconosciuto sotto il profilo del suo valore.

Per il signor Cappellari quel Bosco è tutta la sua vita.

Chi è Franco Cappellari? Vi ricordate quell’uomo che fino a qualche anno fa conduceva fieramente il gonfalone della città di Martina Franca in ogni occasione importante? Indossava una divisa grigia, in testa un berretto simile a quello dei vigili urbani, ma senza il vessillo della città. Classe 1938, qualcuno lo ricorda al lavoro a bordo della sua Campagnola a vigilare, per quanto possibile, sulla “salute” dei seicento ettari di bosco, tutti di proprietà del comune di Martina Franca. Cappellari era il custode delle Pianelle, di quel bosco conosce le storie, gli aneddoti e i racconti che rendono affascinante quel grande polmone verde.

Oggi il Parco delle Pianelle fa parte dell’immaginario collettivo come una riserva boschiva da tutelare, da difendere e valorizzare e nonostante questo sappiamo bene quanto lavoro ci sia ancora da fare affinchè ogni proposito si trasformi in realtà consolidata.

La storia del Parco delle Pianelle è molto affascinante, perché indissolubilmente legata alla storia di Martina Franca, la cui nascita, intesa come comunità organizzata, risale al 15 gennaio 1317.
Filippo I d’Angiò, figlio del Re di Napoli Carlo II, fu indotto a favorire l’insediamento in tale area, sino ad allora mai sistematicamente colonizzata, al fine di rafforzare i suoi possessi feudali nella zona. In precedenza, il 12 agosto 1310, era stato emanato una particolare disposizione (privilegio) con la quale il casale veniva dichiarato demanio regio in perpetuo, mai cedibile a feudatari.
Il 15 aprile 1359, il nuovo principe di Taranto Roberto d’Angiò assegnò ai martinesi e al loro feudatario, Pietro del Tocco, un vastissimo territorio compreso fra il Canale delle Pile e l’Orimini, fra il Monte del Forno e Chiobbica, da destinare ad uso civico. Nel corso dei secoli il demanio comune subì numerose riduzioni a favore dei privati ed oggi il bosco delle Pianelle è tutto ciò che resta degli antichi demani collettivi di Martina Franca.

Fu l’allora sindaco Motolese ad assegnare a Cappellari il ruolo di custode del bosco. “Ricordo che all’epoca – ci dice – le Pianelle erano un grande ‘cimitero’ di macchine rubate, si trovava di tutto e molte zone erano da bonificare perché piene di rifiuti”.

Allora il meccanismo delle assunzioni era molto diverso rispetto a oggi e la politica disponeva di maggiori poteri in termini di organizzazione e gestione della città, ma anche in termini di distribuzione dei compiti comunali e degli incarichi. Più tardi, verso la metà degli anni ’70 Cappellari venne assunto dal Comune fino a passare di ruolo nel 1982. Alle Pianelle nei primi anni c’erano quattro Guardie Campestri, tutte in forza al Comando dei Vigili Urbani. Via via che le guardie andavano in pensione il personale non veniva più rimpiazzato, ma, solo d’estate, alcuni uomini della polizia provinciale e alcuni volontari mantenevano un presidio minimo per l’antincendio. Cappellari, invece, era alle Pianelle tutto l’anno.

“All’inizio – dice Cappellari – prestavo servizio con una Fiat Campagnola privata, fu poi con l’arrivo del sindaco Punzi che ci fu assegnato un nuovo mezzo più funzionale per il servizio antincendio, ma di proprietà della Comunità Montana”.

Erano anni in cui la formazione non godeva di grandi attenzioni nei modelli di organizzazione e gestione del personale; era la sola attività direttamente sul campo a fornire tutti gli elementi per costruire l’esperienza di cui si aveva bisogno.

“Ricordo – dice Cappellari – di essere stato formato in tutti gli anni di carriera soltanto all’uso delle armi in occasione dell’attribuzione anche dell’incarico non solo di guardia, ma anche di vigilanza del Parco”, cosa che è avvenuta quasi negli ultimi anni della sua attività.

Poche attrezzature e scarsi dispositivi di protezione individuale. “Chiesi di provvedere – dice Cappellari – e con il passare degli anni riuscii a ottenere, tra mille difficoltà, qualche attrezzatura in più”.

La divisa grigia, per esempio, si indossava durante le processioni. Simile a quella del Corpo Forestale o alla vecchia divisa della Guardia di Finanza, ma si trattava di quella in dotazione alle Guardie Campestri.

La sua attività era quasi completamente riservata al Parco delle Pianelle, eppure di tanto in tanto non mancavano gli interventi in città. Di inverno in occasione delle nevicate, per citare un esempio su tutti, ma non si dimentichi che in quegli anni non c’era ancora la Caserma dei Vigili del Fuoco, istituita a Martina non troppi anni fa, figuriamoci se potesse esistere un servizio di Protezione Civile locale, anche questo arrivato soltanto sul finire degli anni ’80 in forma embrionale. Quello di Cappellari era un servizio ibrido, per metà a servizio del Comando Vigili e per l’altra metà a servizio dell’Ufficio Tecnico Comunale.

Nel 2003 a Franco Cappellari viene riconosciuto il ruolo di Guardia boschi municipale e assegnato il grado di maresciallo, fino al 2008 anno in cui è andato in pensione.
Oggi il Bosco delle Pianelle è costituito in Ente denominato “Riserva Naturale Regionale Orientata”, istituito con la Legge della Regione Puglia n. 27/2002, la cui gestione provvisoria della Riserva resta affidata al Comune di Martina Franca.

Ottavio Cristofaro