La protesta dei commercianti ‘sbarca’ in Consiglio – Lo Stradone

La protesta dei commercianti ‘sbarca’ in Consiglio

Continua la vicenda dei commercianti del centro storico in protesta. Il malcontento degli esercenti del Centro Storico, che da parte loro rivendicavano l’apertura per la giornata dello scorso 25 aprile, è arrivata fino al consiglio Comunale. L’ultima seduta della massima assise comunale ha, infatti, visto la partecipazione di alcuni dei commercianti del centro storico che si sentono danneggiati dall’atteggiamento di scarso interesse dell’amministrazione nei confronti di una categoria di lavoratori che contribuisce a rendere la città di Martina Franca potenzialmente appetibile dal punto di vista turistico. E invece l’ordinanza di apertura richiesta al primo cittadino Palazzo per l’intera giornata del 25 di Aprile non ha trovato riscontro in termini pratici e concreti. Il sindaco Palazzo nei giorni caldi della concertazione era stato, infatti, colpito da un lutto in famiglia, ma in tali circostanze, che si sa possono capitare a chiunque, la responsabilità della firma passa agli assessori e ai dirigenti che devono preparare l’ordinanza. Secondo i commercianti nessuna disponibilità è stata dimostrata da alcun amministratore e puntano il dito contro l’assessore Antonio Fumarola, l’assessore Pina Carrieri e il dirigente Sergio Aralla. In realtà tutto ciò non pare essere del tutto chiaro. Un disinteresse totale che – sempre secondo i commercianti – si manifestato da parte delle sigle sindacali che in tutto ciò hanno preferito non intervenire.
Il problema però pare essere peggiorato dalle multe sanzionate dal locale corpo di Polizia Municipale nei confronti dei commercianti che hanno voluto, nonostante nessuna ordinanza fosse stata firmata, tenere aperte le proprie attività. Il consigliere regionale Gianfranco Chiarelli ha ufficialmente richiesto al Comune l’annullamento delle multe ai commercianti. Sanzioni che si aggirano attorno ai mille euro e che solo un’azione legale collettiva potrebbe consentirne l’annullamento.
I dubbi sull’intera vicenda permangono, tanto è vero che resta da capire se per la prossima festività del 1 maggio sarà possibile alzare le saracinesche. Il bandolo della matassa pare essere legato attorno alle legge regionale recentemente modificata, della quale non si conosce perfettamente l’entrata in vigore. Sembrerà assurdo, ma tale norma delega il potere di autonomia agli enti locali: in altre parole la decisione spetta ai sindaci, ma la sua entrata in vigore deve seguire i tradizionali iter procedurali, che secondo Palazzo non consentono allo stato attuale la sua personale autonomia decisionale. A quanto pare però, una clausola legislativa, consentirebbe di fare riferimento al solo verbale del Consiglio Regionale e quindi l’attuazione di tale norma sarebbe immediata.

Ottavio Cristofaro