Non è vero che non cambia nulla: ecco quanto costa la Tares dell’amministrazione Ancona – Lo Stradone

Non è vero che non cambia nulla: ecco quanto costa la Tares dell’amministrazione Ancona

Oltre a passarsi di mano la fascia tricolore da sindaco i due “Franco” Ancona e Palazzo si sono passati anche la patata bollente delle tariffe relative alla gestione dei rifiuti, ovvero quella che una volta si chiamava Tarsu e che oggi si chiama Tares.

E succede così che anche coloro, tra politici, attuali consiglieri comunali e assessori, che fino a ieri avevano gridato allo scandalo, oggi si sono trovati votare favorevolmente ad un provvedimento che, mai come questa volta, batte ogni record di rialzo, con la tariffa rifiuti più salata di sempre.

Ricordate i sit-in di protesta sullo Stradone, ricordate gli slogan (“Le mani nelle tasche dei cittadini”), ricordate la città tappezzata di manifesti gialli contro gli aumenti Tarsu. Avete ricordato? Bene, ora dimenticate tutto perché i ruoli politici si sono invertiti, come a dire la fave sono diventate ‘scorze’. Perché gli oppositori di quei vecchi rialzi della tariffa, arrivati al governo della città, hanno saputo fare di meglio battendo ogni record di rialzo. “Turiamoci il naso e votiamo questo provvedimento” avrà detto il sindaco Ancona ai suoi, seguendo l’esempio di Salvemini e Montanelli (per i più curiosi e appassionati di storia cfr. ‘compromesso storico’).

E dall’altra parte come in una commedia pirandelliana coloro che erano gli accusati, e che qualche anno fa erano al governo della città, oggi si vestono da oppositori e da verginelle contestando i rialzi della nuova Tares.
Resta che entrambi gli antipodi politici, chi più e chi meno, sono correi perché l’appalto rifiuti è in regime di proroga ormai da troppi anni.

Noi cronisti, oggi come allora, ci ritroviamo a raccontare la stessa situazione perché, almeno quella, l’onestà intellettuale non ci manca, grazie a Dio. È bastato invertire i soggetti del pezzo e l’articolo è presto scritto.

E allora smettiamola una volta per tutte con la favoletta del “noi siamo meglio di quelli che stavano prima” e vediamo di iniziare finalmente a parlare di politica.

Ha parlato di politica qualche giorno fa il sindaco di Locorotondo e martinese di adozione, Tommaso Scatigna, che nel suo comune a 6 Km da Martina Franca è riuscito ad abbassare la tariffa di 4 punti e mezzo (leggi qui l’articolo).

Lo ha fatto anche il sindaco di Lecce con una originale iniziativa. In una intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno il suo Assessore al Bilancio ha detto che al Comune di Lecce non si fa la Tares, ma che si applica la Tarsu maggiorata del 20 per cento. Questo, per far risparmiare qualcosa ai cittadini, perché anche maggiorata del 20 per cento, la Tarsu costa sempre meno del tributo Tares, ai contribuenti leccesi e ne beneficiano soprattutto quelli in condizioni più difficili. (leggi qui l’articolo)

Questo è fare politica!

Significa avere una visione, avere una ideologia, un obiettivo, insomma avere coraggio, senza limitarsi semplicemente a svolgere il compitino fatto con la calcolatrice che mette ogni persona e ogni famiglia al pari di un semplice numero.

Vediamolo, appunto, il compitino fatto dall’Amministrazione Ancona e guardiamo i numeri entrando nel merito dei provvedimenti e dando un’occhiata con l’occhio destro ai conti economici e con quello sinistro alle ricadute sociali che questo provvedimento comporta (la scelta destra e sinistra degli occhi non è casuale, ndr). Poniamo quindi qualche esempio.

Una giovane coppia di neo sposi, ancora senza figli, che vive in un appartamento di 80 mq (se già sono fortunati che si possono permettere un appartamento, ndr) fino all’anno scorso con la vecchia Tarsu pagava 156 euro, ovvero 1,95 euro al mq una tariffa già di per sé salata. Oggi con la nuova Tares quella stessa famiglia di neosposi dovrà tirare fuori ben 233 euro, ovvero ben 77 euro in più.

Ora prendiamo una famiglia di 4 persone che vive in un appartamento di 100 mq. Con la vecchia Tarsu pagavano 195 euro, ma con la nuova Tares ben 362 euro, ovvero 167 euro in più: quasi il doppio.

Ora provate a pensare alle ricadute sociali di questi provvedimenti e diteglielo voi al sindaco Ancona, ai suoi assessori e alla sua amministrazione che la politica non si fa solo con la calcolatrice.

Ottavio Cristofaro

I colleghi di Extra Magazine hanno pubblicato qualche giorno fa due tabelle che rendono perfettamente l’idea degli aumenti che verranno applicati in riferimento alle utenze domestiche.
Le prendiamo in prestito e le riportiamo di seguito: