Cimitero. Il Pdl critica il sindaco, cattiva gestione delle lampade votive – Lo Stradone

Cimitero. Il Pdl critica il sindaco, cattiva gestione delle lampade votive

“È ormai storia nota che dal 17 giugno scorso, le lampade votive cimiteriali sono spente o almeno, una parte di esse. Già, perché in alcune aree cimiteriale queste continuano a funzionare nonostante alcune testate giornalistiche locali avessero fatto notare il curioso episodio da alcuni mesi”.

È quanto afferma Francesco Montanaro della Giunta Alternativa (oppure “ombra” che dir si voglia) del Pdl, secondo cui l’impianto è abbandonato a se stesso, privo di controllo e manutenzione.

Il suo comunicato stampa continua così:

Eppure, per alcuni giorni della scorsa estate, è stata la principale preoccupazione del nostro sindaco Ancona, tanto da dichiarare in consiglio comunale “di essere disposto a rendersi impopolare pur di salvaguardare l’incolumità pubblica: ma l’impianto verrà spento”. Dove avrà appreso quanto dichiarato e sostenuto per giorni, è rimasto per i cittadini martinesi un mistero. Anche perché, a leggere le relazioni peritali dei tecnici esterni incaricati dalla stessa amministrazione, si fa fatica a trovare elementi tali da rendere valide le dichiarazioni del primo cittadino. In esse si fa solo riferimento all’esistenza dei trasformatori di energia 220v/24v nelle cappelle Gentilizie che sono però posti in opera in posizione e altezze inaccessibili al normale visitatore, ma che per la loro vetustà sicuramente sono fonte di pericolo in caso di manutenzione ai sensi delle attuali normative sulla sicurezza in ambiente di lavoro. E si sa, la manutenzione non la fa la vecchietta in visita ai propri cari defunti, ma personale specializzato con specifiche competenze.

Certo è che a seguito delle pressioni da parte del PDL locale e della comunità cittadina, l’impianto a 220v, quello pericoloso per intenderci, senza modifica alcuna fu rimesso in esercizio, non ritenendolo quindi più un problema di sicurezza ai fini della pubblica incolumità. Sta di fatto però, che dopo aver dichiarato come al solito in pompa magna che l’impianto in tre mesi avrebbe subito importanti opere di messa a norma
per un impegno di spesa di circa 200.000 euro, nulla e’ avvenuto sino ad oggi, quando, con un comunicato stampa il Sindaco Ancona ci fa sapere che con Delibera Dirigenziale nr.494 del 12 settembre 2013, l’Ufficio Tecnico Comunale affida alla ditta aggiudicataria, per un importo di circa 30.000 Euro, la
sostituzione dei trasformatori 220v/24v (si proprio quelli), ritenuti non a norma dai tecnici incaricati e che entro un mese “saranno riaccese le lampade votive e che per la giornata di novembre dedicata al culto dei defunti la nostra comunità cittadina potrà rendere omaggio al proprio caro in una
struttura cimiteriale finalmente sicura”. Ci si chiede allora: ma se il Sindaco ritiene che l’impianto a tutt’oggi non è sicuro, come può aver consentito il libero ingresso all’area cimiteriale con lo stesso impianto in esercizio e, soprattutto, come può aspettare tre mesi per sostituire pochi semplici trasformatori da 24v.?

Forse perché in realtà sapeva benissimo di non esporre nessuno a rischio di folgorazione.
Dov’e’ allora la coerenza intellettuale nell’aver proclamato per mesi che le problematiche erano tali da dover appaltare lavori che avrebbero comportato il rifacimento quasi totale delle linee interrate, per poi eseguire un messa a norma di importo economico quasi inferiore a quello che si potrebbe sostenere
per il rifacimento di un impianto elettrico da appartamento? A volte si diventa impopolari non per le scelte prese, ma per come si tenta di elogiare una condotta amministrativa inadeguata e inefficiente.
Sindaco Ancona, meno male che quanto da Lei dichiarato in questi mesi non corrisponde a realtà, altrimenti i suoi stessi cittadini avrebbero potuto accusarla di averli giornalmente esposti ad un alto rischio per la loro personale incolumità. E siamo sicuri che nei futuri proclami e forum cittadini, riuscirete anche a vantarvi di questa ulteriore dimostrazione di incapacità amministrativa.