Inaugurazione dell’Archivio e della Biblioteca di San Martino – Lo Stradone

Inaugurazione dell’Archivio e della Biblioteca di San Martino

“Un nuovo centro di cultura che viene consegnato nelle mani della città”, con queste parole ha commentato l’inaugurazione della nuova sede dell’Archivio e della Biblioteca il Rettore della Basilica di San Martino Don Franco Semeraro.
Un appuntamento al quale l’Arcivescovo di Taranto non ha saputo mancare. È stato infatti Mons. Filippo Santoro a togliere il velo dell’insegna e a varcare per primo la soglia dei nuovi locali di proprietà della parrocchia situati alle spalle della Basilica di San Martino.
L’obiettivo è quello di costruire una vera e propria cittadella della cultura con la nuova biblioteca di San Martino e l’archivio storico della Basilica, in attesa dello sblocco dei finanziamenti regionali per completare il museo della Basilica di San Martino che verrà installato nel restaurato Palazzo Stabile.
Tutto lì in pieno Centro Storico ad un passo dalla collegiata e a due da Palazzo Ducale. Cosa c’è in un archivio parrocchiale? Non tutti sanno quanto sia preziosa negli studi demografici la conservazione degli archivi parrocchiali e dei cosiddetti “stati delle anime” che in epoche antiche (1500) rappresentavano una grande fonte, forse l’unica, capace di offrire un censimento approssimativamente dettagliato della popolazione residente. I registri parrocchiali vanno dunque a costituire un patrimonio storico e sociologico ineguagliabile, punto di riferimento di una completa ed accurata ricerca genealogica. I registri parrocchiali divennero obbligatori nel 1563, per quanto riguarda battesimi e nozze, e nel 1614 per i decessi. È solo infatti nel 1614 che la Santa Sede regolamentò le norme per la compilazione dei registri. I documenti conservati nell’archivio della Basilica risalgono a qualche decennio più tardi (siamo intorno al 1700), già inventariati dagli storici del Gruppo di Umanesimo della Pietra, guidati da Nico Blasi, che necessitano soltanto di essere alloggiati nei nuovi locali.
La Fondazione Paolo Grassi, la Fondazione Nuove Proposte, le iniziative della Basilica di San Martino e quelle del Gruppo di Umanesimo della Pietra rappresentano l’ossigeno culturale della città, tutte con sede nella zona antica della città. Potrebbe però non essere così ancor per molto, forse, per il Gruppo di “Umanesimo” che per necessità pare sia impegnato alla ricerca di una nuova sede.
Resta la volontà di assegnare al centro storico il ruolo di testimone della cultura della città, in attesa che siano gli stessi operatori culturali a trasformare in realtà le opportunità del fare Rete, perché a volte il rischio è quello di rinchiudersi nel mecenatismo campanilista che alla cultura, intesa come categoria, fa tanto male.
Lo scorso gennaio era stato sempre l’Arcivescovo, Mons. Filippo Santoro, a tagliare il nastro all’Emporio solidale per le famiglie indigenti (Palazzo Margiotta), inaugurato proprio in occasione del primo anniversario dell’Arcivescovo a Taranto.
“Stiamo lavorando su progetti che mettano al centro il soddisfacimento dei bisogni dell’individuo – aveva detto in quell’occasione Don Franco Semeraro – da una parte i bisogni primari con il sostegno agli indigenti attraverso l’Emporio solidale, dall’altro la valorizzazione della cultura con l’inaugurazione della Biblioteca e dell’archivio di San Martino.
Intanto la speranza è che entro l’anno possa anche essere aperto anche il Museo della Basilica a Palazzo Stabile.

Ottavio Cristofaro