Il capocollo di Martina Franca, piuttosto che la cicerchia salentina, i peperoni cruschi lucani o la burrata barese, sono solo alcuni esempi del nostro patrimonio enogastronomico, vera ricchezza per la Puglia e la Basilicata. Un patrimonio che le frodi alimentari mettono a dura prova, falsificando ed alterando la percezione gustativa dei turisti, oltre che arrecando un grave danno economico a produttori che con tanti sforzi portano avanti produzioni di qualità. Un danno economico difficile da quantificare (si parla solo per l’Italia di un giro da 164 milioni di euro al giorno per i prodotti “clonati” e venduti come “originali”) ma che sicuramente ha valori da capogiro.