La formazione 2.0 con le nuove tecnologie, progetto pilota di Fornasari – Lo Stradone

La formazione 2.0 con le nuove tecnologie, progetto pilota di Fornasari

Il Comune di Martina – Assessorato alle Politiche Giovanili, ha patrocinato, nei mesi scorsi, un interessante progetto condotto dal professor Alberto Fornasari (nella foto), Docente di Pedagogia Sperimentale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari, che ha visto nelle nuove tecnologie un sentiero educativo importante per avvicinare i giovani all’apprendimento e al recupero della propria tradizione culturale.

Venerdì 7 e sabato 8 marzo scorsi Fornasari ha relazionato presso l’Università degli Studi di Genova, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, durante un convegno internazionale organizzato dalla SIREM (Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale) presentando i suoi studi che hanno portato il Museo della Pianelle (riconosciuto nella sua piena portata educativa volta al recupero delle nostre tradizioni culturali, identitarie) di Martina Franca a strutturarsi come laboratorio coinvolgendo alcune classi dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII nella sperimentazione legata all’introduzione della Realtà Aumentata come strumento di apprendimento. L’ipotesi dalla quale si è partiti è che con l’introduzione della Realtà Aumentata (una tecnologia che consente di aggiungere contenuti virtuali ad un ambiente fisico in forma interattiva ed in tempo reale) i processi di insegnamento-apprendimento dovrebbero risultare più efficaci . Con l’integrazione di contenuti virtuali nell’ambiente reale è infatti possibile consentire agli utenti di vivere un’esperienza immersiva e coinvolgente.
Nell’ambito della didattica museale e dei reperti storici con l’utilizzo di uno smarthphone o di un tablet di ultima generazione con installata un’applicazione specifica di RA, puntando la fotocamera del telefono o del tablet sull’oggetto di interesse è possibile ricevere non solo la sua attuale collocazione fisica nel museo ma anche una molteplicità di informazioni riguardanti la storia dell’oggetto, la sua fattezza nelle diverse epoche, i suoi collegamenti con la cultura di riferimento stimolando la curiosità del visitatore che diventa utente interattivo e rendendo così il museo un luogo non solo di visita ma di partecipazione laboratoriale. I risultati emersi dalla sperimentazione sono stati confrontati con quelli di un gruppo di studenti “specchio” che ha fruito degli spazi museali senza l’utilizzo della RA.

“Partendo dal fatto che diverse ricerche scientifiche hanno sottolineato come tra ragazzi di un’età compresa tra i 6 ed i 18 anni lo strumento di comunicazione maggiormente pervasivo ed efficace sia rappresentato dalla Rete e dai Social Network – dichiara Fornasari – la ricerca è stata suddivisa in diverse fasi: elaborazione dei contenuti digitali da parte del ricercatore sulla base delle schede tecniche del museo; somministrazione di un questionario per gli alunni (campione di ricerca e campione di controllo) volto a rilevare la conoscenza pregressa posseduta dagli alunni relativa al museo e alle opere ivi contenute; visita del museo da parte delle classi con dotazione smartphone (campione di ricerca) accompagnate dal docente di Storia dell’Arte; visita del museo da parte delle classi (campione di controllo) senza dotazione smartphone accompagnate dal docente di Storia dell’Arte; somministrazione di un secondo questionario per rilevare l’incremento eventuale delle conoscenze relative al MCC (campione di ricerca e campione di controllo) raccolta di informazioni e suggerimenti attraverso colloqui e/o elaborati scritti nella settimana successiva alla visita del campione di ricerca per implementare i contenuti ritenuti di interesse da parte degli alunni; somministrazione di un terzo questionario per la rilevazione del gradimento dell’introduzione della RA all’interno dell’esperienza realizzata (i contenuti digitali individuati come interessanti dagli alunni sono stati prodotti dagli alunni stessi). Ringrazio l’Assessore Coletta per la capacità di aver colto le ricadute di una simile progettazione come forte momento di promozione del nostro territorio in un consesso internazionale”.

“Il convegno – sostiene l’assessore Coletta, che da subito ha intravisto le potenzialità di un progetto di tale portata scientifica – ha rappresentato una vetrina privilegiata per far conoscere in ambito europeo la sperimentazione svolta presso il nostro Comune e verrà anche pubblicata , grazie all’impegno del prof. Fornasari, su rivista scientifica specializzata e potrebbe trovare spazio nel prossimo evento del Forum PA che da oltre un anno sottolinea l’importanza per le pubbliche amministrazioni di realizzare modelli di Smart City”