I comuni della Valle d’Itria sono sicuri di voler stare insieme – Lo Stradone

I comuni della Valle d’Itria sono sicuri di voler stare insieme

Riordino delle province, con chi stare? È la domanda che accende il dibattito politico.
“Non importa con chi si va, l’importante è stare insieme”, sembrerebbe questa la risposta che i comuni della Valle d’Itria (Martina Franca, Locorotondo, Alberobello e Cisternino) si sono dati.
Tutti insieme per rappresentare un unico territorio, accomunato da medesime analogie, da conformazioni morfologiche, in una logica di strategia politica comune.
La ridefinizione delle province può essere una buona occasione per ripensare e riorganizzare l’assetto politico del territorio.
Significa sostenere presso la medesima sede le istanze di una territorialità strategica per l’intera Puglia, ma anche consentire l’avvio di politiche comuni e condivise tra amministrazioni caratterizzate da analogie economiche e politiche.

Ma in che modo?

La Valle d’Itria fino ad oggi è stata terra di intersezione tra le province di Bari, Taranto e Brindisi e oggi con il riordino e l’accorpamento dei territori ci si pone la domanda sulla convenienza (politica si intende) che una scelta così importante possa determinare, con un occhio il più possibile al futuro, perché le scelte di oggi si ripercuoteranno inevitabilmente su di esso.
Andare con Bari per la Valle d’Itria significherebbe fare parte di quella grande area metropolitana, vicina alla città capoluogo di regione, con tutte le attenzioni politiche che questo potrebbe significare. Andare con la nuova provincia Taranto-Brindisi aprirebbe nuovi scenari di economici complementari: da una parte l’economia industriale dei due capoluoghi e dall’altra il turismo e il terziario della Valle d’Itria. Andare con Lecce, infine, significherebbe sposare in pieno un’economia che fa della propria storia e architettura il proprio tratto distintivo comune, capace di sviluppare turismo e servizi, sulla base della crescente esperienza maturata in terra salentina.
In tutti i casi però potrebbe significare rappresentare un territorio di periferia, e questo è lo svantaggio. Alla fine una soluzione si troverà comunque, a patto che si vada fuori dai tradizionali schemi di appartenenza provinciale che frazionava il territorio in piccole particelle. Ma anche in quel caso, comunque, si rischiava di essere periferia, se non geografica, quantomeno culturale e sociale.

o.cri.