Bene al fotovoltaico, ma serve concertazione. Dalla Puglia la proposta di legge-quadro – Lo Stradone

Bene al fotovoltaico, ma serve concertazione. Dalla Puglia la proposta di legge-quadro

È all’attenzione della sottocommissione consiliare Promozione, energia, fonti rinnovabili della Regione Puglia la proposta di legge-quadro sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, che prova a fare sintesi di tre diverse proposte di legge. Il testo, tra l’altro, dà attuazione alla direttiva 2009/28/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio e vuole mettere ordine su tempi, procedure e soggetti chiamati a intervenire nei procedimenti. Tra questi ultimi le Province – delegate per il rilascio delle autorizzazioni uniche – e i Comuni, che propongono le aree e i siti non idonei. Niente limiti per il fotovoltaico su terreni abbandonati da almeno 5 anni. Prevista l’istituzione di un Consulta e di un organismo per recupero, riciclaggio e/o smaltimento degli impianti. La Puglia è prima in Italia per la produzione di energia da solare fotovoltaico (532 Mw), seconda per quella da eolico (1.287 Mw), terza (139 Mw) per l’energia da biomasse. Non produce nulla con l’idroelettrico e il geotermico (Rapporto Legambiente “Comuni Rinnovabili 2011”).

Tutelare il paesaggio. “Questa proposta di legge-quadro ha di positivo il fatto che offre una maggiore chiarezza sulle procedure”, dice Domenico Viti, docente di diritto agrario all’Università di Foggia e vicepresidente regionale di Italia Nostra. La proposta “sembra un incoraggiamento alla produzione di energie rinnovabili, è molto orientata a favore delle imprese” e potrebbe essere utile per “sveltire le pratiche e sanare situazioni pregresse come per terreni agricoli”. Tuttavia, sembra tenere “in poco conto il profilo paesaggistico”. Inoltre, “in una regione dove c’è già stato un uso intensivo del territorio, un’ulteriore spinta verso gli impianti rispetto a logiche di tutela pone qualche perplessità soprattutto sull’utilizzo dei suoli agricoli”. “Probabilmente – prosegue – sarebbe stato meglio fermarsi per riflettere e fare una piccola verifica di quanto già fatto”. Diverso è il caso dei piccoli impianti a uso domestico che è bene incentivare. Questi “meriterebbero una maggiore attenzione”, dato che “nella stessa Bari sono tanti i condomini che per problemi statici non fanno uso del fotovoltaico”. Quelle per le energie rinnovabili, “ad eccezione dell’eolico, sono tecnologie già un po’ obsolete, mentre il quadro normativo comunitario spinge verso tecnologie più efficienti”. C’è convenienza “soltanto perché ci sono soldi pubblici”, riprende Viti. Gli incentivi, pertanto, più che sull’estensione degli impianti “andrebbero dati alla ricerca”.