“Martina Franca questo non ci piace di te” una levata di scudi contro il degrado – Lo Stradone

“Martina Franca questo non ci piace di te” una levata di scudi contro il degrado

Nello stesso giorno della processione del Corpus Domini, che apre l’estate religiosa martinese, un gruppo di ragazzi si è dedicato alla rivisitazione di scorci caduti nell’oblio della comunità. L’iniziativa, organizzata dall’Ecomuseo di valle d’Itria, sezione di Martina Franca, ha voluto sensibilizzare i cittadini a prendere atto delle condizioni in cui versano alcune parti del centro storico. L’excursus di denuncia si è diramato dalla Porta di Santa Maria per toccare vico Montedoro, sconosciuto ai più, dove è stato emblematico scoprire che uno dei luoghi più antichi e caratteristici del centro storico sia in un totale stato di abbandono e degrado. In questi vicoli nei quali sorgeva l’antico ghetto ebraico, oggi si possono “ammirare” muri puntellati, edifici abbandonati e per tamponare la pioggia di calcinacci, la messa in opera di un muro posticcio. Come è possibile che il luogo simbolo delle origini martinesi, il posto più alto di Martina ove sorgeva l’antico Castrum, sia lasciato all’incuria e alla decadenza del tempo? Uno scempio.
Durante il percorso è emersa la mancanza evidente di regolamentazione sulle modalità di restauro, sull’uso di porte e finestre aventi tra loro coerenza, evidenziando che ogni scelta è lasciata al buono o cattivo gusto dei privati. È inoltre emersa la capacità di cura dei vicoli da parte di chi sino a circa mezzo secolo fa viveva il centro storico e come un dato culturale innato, usava la calce per sanificare intonaci e muri.
Il percorso, diramatosi nella parte più antica e meno turistica della città, è stato anche un’occasione per far riscoprire scorci suggestivi non sempre conosciuti dagli stessi abitanti della città. Come non apprezzare il Palazzo Blasi – Gioia adiacente la Porta San Nicola, meglio conosciuta come Arco di San Franceso, pure esso in un attuale stato di degrado, nonostante rappresenti un mirabile esempio dei fasti settecenteschi dell’arte locale. Meritevole di menzione è la visita presso la Chiesetta di San Nicola e la Masseria Le Marange, esempi architettonici ove comunque la dedizione privata fa il bello e cattivo tempo.
Il dato univoco che purtroppo è emerso, è che tutti i siti di passaggio, quali le antiche porte di accesso alla città, Porta Santa Maria, Porta San Nicola e la Porta di san Pietro, meglio conosciuta come Porta Stracciata, sono fatiscenti e necessitano di lavori risanamento, così come la maggior parte degli archi di passaggio posti tra i vicoli, sono oggetto di scritte e di visitazione di quanti volessero espletare i propri bisogni fisiologici.
I laboratori ecomuseali continueranno l’opera di osservazione e denuncia dello stato dei luoghi all’interno del territorio martinese auspicando la collaborazione di quanti avendo a cuore la propria città, non celino le loro buone intenzioni dietro le continue lamentele, ma che ci sia un’attiva partecipazione.
Chi è interessato può inviare il materiale fotografico, segnalazioni e proposte all’indirizzo mail ecomuseomartinfranca@gmail.com.