“Il servizio domiciliare non funziona”. Lo dicono i sindaci – Lo Stradone

“Il servizio domiciliare non funziona”. Lo dicono i sindaci

– MARTINA FRANCA – Il servizio domiciliare integrato, sulla carta, è ottimale. Ma solo sulla carta. E i Comuni della provincia di Taranto vogliono evidenziarlo. Puntano anche ad un coordinamento permanente in tema di analisi delle questioni sociosanitarie. L’incontro, svoltosi stamattina a palazzo ducale di Martina, è stato indetto dal sindaco Franco Palazzo e dall’assessore comunale ai servizi sociali Antonio Fumarola. Tema, l’assistenza domiciliare integrata per gli anziani (serivizio sociosanitario attuato dai Comuni e dai distretti sociosanitari) e in particolare le carenze di personale legate al mancato finanziamento, da parte della Regione Puglia, per l’assunzione di 40 tra fisioterapisti e infermieri. Finanziamenti che erano stati richiesti dal direttore generale dell’Asl Ta/1 e che dalla Regione non hanno avuto l’ok. Così il servizio rischia di svolgersi poco o per nulla. Ne hanno discusso sindaci, o assessori comunali ai servizi sociali, nell’incontro martinese: presenti i rappresentanti dei Comuni di Taranto, Martina, Crispiano, San Marzano di San Giuseppe, Ginosa, Lizzano, Pulsano, Torricella. Agli altri Comuni il verbale dell’incontro verrà inviato perché ne condividano lo spirito e i lavori sono aggiornati a martedì prossimo, 20 gennaio (ore 10) al Comune di Taranto. L’assessore ai servizi sociali del capoluogo, Vincenzo Mario Pennuzzi, ha messo in evidenza che non è solo la carenza di personale, ma anche quella di strutture, a penalizzare un corretto svolgimento del servizio sociosanitario, mentre Stefano Notarangelo, di Ginosa, ricorda che il primo dei sette ambiti provinciali ad avviare il servizio di assistenza domiciliare integrata è stato proprio quello capeggiato da Ginosa e le avvisaglie di una carenza di personale si avvertivano sin da subito. Notarangelo mette in risalto che, ad onta della deospedalizzazione cavallo di battaglia del governo regionale, nella pratica la deospedalizzazione (almeno nel caso specifico degli anziani non autosufficienti) è difficile che avvenga, se non si garantisce la concretizzazione di quanto ideato. E senza infermieri o fisioterapisti il servizio ideato non può concretizzarsi appieno. Notarangelo chiede che della questione siano direttamente interessati il presidente della Regione e l’assessore regionale alla Sanità. Antonio Miccoli, assessore ai servizi sociali del Comune di Torricella, chiede che prenda parte alla vertenza anche l’assessore provinciale ai servizi sociali. Da tutti i rappresentanti dei Comuni presenti alla riunione, condivisione dell’iniziativa odierna perché l’Adi sia una rivendicazione dell’intero territorio provinciale. E Fumarola precisa che la centralità di questa vertenza, ora, deve essere assunta dal Comune capoluogo.