Motolese: “Un uomo di Chiesa con il senso dello Stato” – Lo Stradone

Motolese: “Un uomo di Chiesa con il senso dello Stato”

“Mons. Motolese comprese ed affermò che il suo tempo aveva bisogno di un servizio di fede, perché la fede senza le opere è morta in se stessa. La Cittadella della Carità rappresenta la sua meravigliosa omelia”. E’ stato il Sindaco di Martina Franca ad avviare i lavori del convegno “Mons. Guglielmo Motolese nel centenario della sua nascita. Un uomo di Chiesa con il senso dello Stato”, voluto fortemente dal Comune di Martina Franca, che diede i natali all’Arcivescovo Guglielmo Motolese e dalla Fondazione Nuove Proposte Culturali, rappresentata dal presidente Elio Greco e dal presidente del centro nuove Proposte Mediche Alfonso Motolese Antonio Silvestri. Il convegno ha celebrato la Cittadella della Carità, l’ultima ed impegnativa opera di Mons. Motolese attraverso la consegna della medaglia d’oro di Nuove Proposte Culturali a Vito Santoro, Direttore Generale e continuatore del cammino tracciato dall’Arcivescovo. “Essere testimone e seguire la traccia del suo operato – ha detto – è per me motivo di riconoscenza e di gioia ma anche una responsabilità altissima, che mi assumo giornalmente con entusiasmo, impegno ed orgoglio. Per questo motivo sono veramente contento di questo premio, che viene dato fisicamente a me ma che premia l’intera comunità della Cittadella, che ogni giorno continua ad operare seguendo gli insegnamenti e la missione indicata da Don Guglielmo. Questa medaglia è anche un riconoscimento alla continuità assicurata da Don Luigi Verzè, che ha mantenuto un giuramento fatto a Mons. Motolese, rendendo ancor più solida e proiettata verso nuovi traguardi la Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità. Questa serata infine rappresenta uno stimolo per il futuro, che ci vede lanciati verso l’ambizioso obiettivo di realizzare a Taranto l’opera di eccellenza sanitaria che il territorio da sempre aspetta: il San Raffaele del Mediterraneo”. L’assessore regionale al bilancio Michele Pelillo, in rappresentanza ufficiale del Presidente Nichi Vendola, ha ricordato il solco tracciato da Mons. Motolese, “grande uomo dalla grande moralità.” Mons. Motolese visse i grandi cambiamenti sociologici del nostro territorio, realizzò la Cittadella della Carità: non un ricovero, ma una famiglia che sorge nel cuore della comunità. “Le sue iniziative trovarono tanti riscontri, e tanti “omuncoli” che lo ostacolavano, perché, di fronte ad un grande progetto, più si è grandi e più si corre il rischio di vedere frapposti ostacoli di ogni tipo.” Chiaro il riferimento al progetto del nuovo ospedale pubblico di Taranto, il San Raffaele del Mediterraneo, che nasce proprio dal sogno di Mons. Motolese di portare a Taranto l’eccellenza sanitaria, che non può prescindere da cura, ricerca, didattica. Due persone che lo hanno conosciuto bene hanno portato la propria testimonianza, in ambiti diversi: Mario Guadagnolo, biografo di Mons. Motolese e Raffaele Antonelli Incalzi, medico, che lo aiutò a realizzare la Cittadella della Carità. Mario Guadagnolo ha ricordato come la sua passione civile fosse figlia della sua passione mai soddisfatta per la carità. Mons. Motolese ha vissuto l’italia del dopo guerra e la sua fame, il boom economico degli anni 60, la crisi dei valori portata da cambiamenti sociologici troppo repentini, le trasformazioni economiche, che portarono, per eccesso, alla nascita di una nuova povertà, quella intellettuale, della caduta dei valori. La sua carità non era mai solamente predicata, la mise in opera costantemente, con i due centri socio-sanitari avviati in Africa e Asia, con la Cittadella della Carità, la cui storia è stata raccontata dal professore Antonelli Incalzi, che ha sottolineato come la Cittadella sia nata dalla intuizione di Mons. Motolese che una condizione multifattoriale derivante da una polipatologia doveva essere punto di attenzione; arrivò la prima Residenza Sanitaria Assistenziale, unica in Puglia, e poi il legame con il San Raffaele di Don Luigi Verzè. Ha poi preso la parola Don Franco Semeraro, Arciprete della Basilica di S. Martino, che ha sottolineato come il nuovo ospedale pubblico di Taranto fosse stato sognato ed immaginato da Don Guglielmo. Il convegno si è concluso una bella notizia: anche la città di Martina Franca dedicherà una via a Mons. Guglielmo Motolese. Un modo per dirgli grazie e per rendergli onore.

Gabriella Ressa