Taranto, la città che risponde e che si ribella. Torniamo a parlarne – Lo Stradone

Taranto, la città che risponde e che si ribella. Torniamo a parlarne

– TARANTO – Un corteo composto e consapevole si è snodato per le due vie centrali della città, di Palma e D’ Aquino, in occasione della manifestazione “pro ambiente” , organizzata dal comitato “Alta Marea”, che si è svolta a Taranto. Un lungo, lunghissimo, serpentone umano ( le stime ufficiali parlano di quindicimila partecipanti, altre fonti di ventimila) ha espresso la voglia di un ambiente più salubre; a camminare i cittadini, le famiglie con bambini, le scuole, i ragazzi dell’università, i rappresentanti delle associazioni di volontariato, che hanno fatto gruppo unendosi per un unico obiettivo: avere un’aria più pulita. A fianco a loro tanti rappresentanti del mondo politico e delle istituzioni che hanno partecipato a livello personale. Il corteo è partito alle nove e trenta dall’Arsenale e si è concluso, due ore dopo, in Piazza Garibaldi. Non era mai successo che tanta gente si raccogliesse, al di là delle appartenenze ideologiche e politiche, intorno ad una causa comune, quella di una marcia che non chiedeva la chiusura dei grandi stabilimenti industriali, ma il miglioramento delle condizioni di vita dell’intero territorio, attraverso la messa in atto di una serie di attività che possano ridurre l’inquinamento, sia delle polveri , che sporcano aria, acqua e terra, sia della diossina, che entra nella catena alimentare. Il rispetto della vita passa anche dalla salvaguardia dell’ambiente. Lo sa bene la Chiesa , che da anni si occupa di queste tematiche, lo sanno le associazioni ambientaliste, che si prodigano sul territorio perché si sensibilizzi l’opinione pubblica. “Noi siamo per la promozione dell’ambiente pulito – dicono le suore dell’istituto Maria Immacolata, che hanno accompagnato i loro piccoli studenti in corteo – . I nostri bambini non devono più respirare diossina. Vogliamo avere ambienti puliti e spazi verdi dove possano giocare. Educhiamo anche al rispetto dell’ambiente e della natura”. Dello stesso avviso Legambiente, che con la presidente della sezione tarantina Lunetta Franco , chiede che cambi il vento e Taranto possa salvarsi dall’inquinamento. “ Ci aspettiamo che venga approvato il disegno di legge varato dalla Regione e che si superino le divergenze politiche a riguardo. Questa è una legge che tutela la salute. E la salute non ha colore”. Anche una piccola rappresentanza del mondo francescano era presente in piazza. Frà Luca, venuto da Ostuni, insieme a frà Ettore ,da Martina, e frà Jean Claude, dal Congo, ha voluto dare il suo appoggio all’iniziativa. “ Noi siamo qui per ricordare che Cristo è vicino alla gente, e che questa mattina è qui. Cammina con noi. Non possiamo rimanere insensibili di fronte alle distruzione del nostro ambiente. Taranto sta morendo e dobbiamo fare qualcosa”. E i tarantini qualcosa l’hanno fatta. Hanno deciso di non dedicarsi alle classiche mansioni del sabato mattina, hanno preso un fazzoletto bianco con sé, unica bandiera della marcia, e hanno manifestato il loro disappunto, la loro indignazione, la loro volontà di rinnovamento. L’arrivo in Piazza Garibaldi, scandito dalle note di “ Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano, ha segnato un altro momento importante. Per la prima volta non sono stati i politici a salire sul palco, ma bambini e rappresentanti delle associazioni. Passata la marcia ed inebriati dal buon odore di cittadinanza attiva che si è respirato sabato, si rischia però di dimenticare che il vero cambiamento si gioca da qui in poi. La speranza è che non si faccia di una battaglia per la salute una questione ideologica, spettacolo a cui purtroppo il nostro Paese ci ha tristemente abituati, e che non si strumentalizzino le buone intenzioni della piazza. Questo il dovere della politica. Alle istituzioni, alle associazioni, ed alla Chiesa stessa, quello di vigilare affinché ciò non accada.

Marina Luzzi