Riportiamo di seguito integralmente una nota stampa a firma della Coordinatrice CGIL di Martina – Isabella Massafra. Questo il testo:
La giunta comunale di Martina Franca ha deliberato, con un atto in autotutela, l’annullamento del concorso per selezione ai sensi dell’art.16, indetto per l’assunzione di 18 unità, in ottemperanza al programma triennale delle assunzioni.
Ha scelto di indicare nell’omissione della consultazione degli elenchi di personale risultato in esubero nella pubblica amministrazione e tenuti dai Centri per l’impiego regionali e provinciali,la motivazione per l’annullamento. Scelta opportuna poiché l’art. 34 bis del D.L.n.165/01 disciplina le competenze delle strutture del sistema regionale e provinciale per l’impiego e le modalità di utilizzo degli elenchi e stabilisce che le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, effettuate in violazione di detta norma, sono considerate nulle di diritto.
Ma questa è una delle motivazioni, che rendono la procedura di quel concorso illegittima, in realtà è possibile indicarne diverse: che dire, per esempio dell’odiosa discriminazione per età, senza motivazione alcuna e non prevista dal regolamento comunale o la mancata riserva prevista dalla legge n.68/99 a favore delle categorie protette, obbligatoria nelle procedure selettive pubbliche o ancora dell’inspiegabile alterazione, rispetto al Regolamento comunale, operata dal dirigente comunale della denominazione delle qualifiche: “tecnico della catalogazione informatica” al posto di “esecutore amministrativo”, “manutentore del verde ornamentale” al posto di “giardiniere”, ripresa letteralmente nel bando, che ha fortemente condizionato la selezione ed ha introdotto discriminazioni intollerabili tra concorrenti che hanno esibito sia titoli di studio sia esperienze lavorative in sintonia con le caratteristiche dei profili professionali richiesti, ma si sono visti esclusi solo perché il titolo del corso di studi o la denuncia al CTI dell’avvio al lavoro non avevano una denominazione pedissequamente aderente a quella indicata dal Comune e dal bando?
La decisione della Giunta comunale ha un valore rilevante per la nostra città, in quell’opera preziosa di rinvigorimento del sentimento di fiducia del cittadino nelle istituzioni, fortemente compromessa da atti amministrativi ingiusti, poiché dimostra ancora una volta che soltanto la reale volontà politica di essere conseguenti con atti concreti alle dichiarazioni più volte espresse di voler governare nel rispetto delle leggi e dei regolamenti, può trasformare le belle idee di legalità e giustizia in effettiva operatività quotidiana, che interagisce con la qualità della vita dei cittadini.
Ma non basta da sola la salutare decisione della Giunta municipale a sanare la grave ferita inferta al corpo sociale dalla scriteriata gestione di questa opportunità di lavoro offerta dal comune di Martina, in un momento di così grave crisi occupazionale.
Anche l’Amministrazione provinciale e il Governo regionale devono assumere le loro responsabilità e operare, nelle sfere di loro competenza, in modo tale da passare dalle dichiarazioni di voler operare nella legalità ai fatti concreti.
Gravissime disfunzioni si sono consumate nella gestione del bando per l’avvio a selezione da parte del Centro territoriale per l’impiego: la più grave: modificare il testo del bando nella fase di riavvio della selezione, sospesa precedentemente dal Comune, determinando confusione e trattamento differenziato tra quei concorrenti che avevano avuto l’opportunità di capire come muoversi e altri che non si erano accorti nemmeno che il testo del bando era inopinatamente cambiato. Ma c’è dell’altro: la stragrande maggioranza dei concorrenti si è vista escludere, pur avendo esperienze professionali idonee e documentate o il titolo di studio previsto dal bando e cioè la qualifica professionale assunta ai sensi dell’art. 14 della legge n.845/78, con la motivazione che le qualifiche e i titoli non riportavano letteralmente la pedissequa dicitura indicata dal bando.
Il fatto è che purtroppo tale rigore non è valso per tutti i concorrenti ed è possibile trovare nelle graduatorie concorrenti che sono stati considerati idonei con titoli diversi dalla qualifica prevista e con esperienze lavorative con indicazioni di qualifiche modificate su dichiarazioni di datori di lavoro da diversi centri per l’impiego pochi giorni prima della presentazione delle domande.
L’Amministrazione provinciale vuole finalmente far svolgere l’importante funzione di governo del mercato del lavoro al CTI in collaborazione con le Istituzioni locali e con le Organizzazioni sociali operanti sul territorio, per cogliere tutte le opportunità di lavoro e sviluppo, nella cura della formazione professionale in aderenza alle linee guida deliberate dal Governo regionale?
Se la risposta è positiva, l’Amministrazione provinciale, e ci rivolgiamo direttamente al Presidente Florido, deve fare quelle scelte che ha omesso di fare da diverso tempo pur essendo non solo nella possibilità ma anche nell’obbligo di fare.
Se si continua a mantenere nel segmento, per esempio, della gestione dei bandi di pubblica selezione, persone che hanno già dimostrato non solo di non avere a cuore l’imparzialità e la trasparenza, ma anche di voler approfittare di tale funzione per sistemare parenti e amici, essendo stato sanzionato ciò da una sentenza passata in giudicato, gravissima per i contenuti, almeno per me, che prevedeva tra l’altro l’allontanamento per un anno dal luogo di lavoro, cosa che non è accaduta, e, di fronte al reiterato comportamento di utilizzo della funzione per raggiungere i soliti scopi, possibilmente mettendo d’accordo più interessati, tutto rimane come prima, ciò significa che la distanza tra le parole e le azioni rimane abissale e ciò impedisce la positività dell’azione di governo di una struttura che ha le risorse interne per avviare una politica di effettivo rinnovamento nella funzione ad essa affidata dalla normativa, ma soprattutto che non c’è coerenza tra ciò che si dice e i concreti comportamenti, con grave danno per il sistema democratico.
All’Amministrazione regionale, infine, si chiede di verificare l’opportunità di mantenere tra gli enti di formazione accreditati un ente che ha redatto tranquillamente certificati falsi. Cosa si dovrebbe fare di più per essere radiati?
Coordinatrice CGIL Martina Isabella Massafra