Fedeltà allo spirito originario della manifestazione, allargamento e approfondimento degli orizzonti di ricerca sul repertorio del grande teatro musicale barocco e del Novecento costituiscono le linee ispiratrici del 36esimo Festival della Valle d’Itria, in programma a Martina Franca dal 15 luglio al 4 agosto 2010, con l’intento di rendere omaggio ai 700 anni, che la città si appresta a celebrare.
Il cartellone intende tracciare le linee di una dichiarazione programmatica, a partire dai tre principali titoli d’opera, il tutto nel segno del rapporto tra note musicali e parola, tra teatro e musica.
Per la prima volta il grande cinema al Festival della Valle d’Itria: quattro serate di capolavori della decima Musa a Martina Franca, pellicole storiche inanellate in un’ideale cornice che racchiude i più significativi appuntamenti del cartellone: Napoli milionaria!, il celebre e popolarissimo film di De Filippo (1950) anticiperà l’apertura del Festival con una proiezione all’aperto, nei Giardini della Villa Comunale, dedicata alla cittadinanza, come quella di My fair Lady, nella versione integrale e restaurata del 1964.
A seguire, nella sede della Fondazione Paolo Grassi, altre due serate saranno dedicate a opere storiche del cinema europeo, a partire dal cortometraggio muto del 1911 Enoch Arden di Griffith, con il Cocteau/Demy de Le bel indifferent (1957), il 21 luglio, e il raro Pigmalyon di Asquith/Howard del 1938.
La celebrazione del 700° anniversario della fondazione angioina della Città di Martina Franca può diventare motivo di saldatura ulteriore tra il Festival e la città che lo ospita. Un articolato programma di manifestazioni musicali e spettacolari prenderà vita nelle strade e nelle piazzette del centro storico, nei cortili e nei chiostri, come nelle chiese cittadine durante le funzioni religiose, con cantate e toccate d’organo. In collaborazione con il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce si è ideato un programma tre due serate di musica di epoca angioina, sacra e profana, inclusa una funzione di vesperes intonati da cori di monaci benedettini.
Ottavio Cristofaro