La folla che lo ha accolto in Portogallo, in particolare a Fatima, e l’abbraccio della gente in ogni luogo, dove ha sostato, sono stati la “risposta” più bella e anche più efficace a quanti vanno sostenendo la tesi dell’accrescersi di un distacco tra Benedetto XVI e la comunità ecclesiale.
Anche le immagini che in questi giorni sono arrivate dalla terra lusitana hanno detto e dicono il contrario, parlano di una Chiesa che, pur profondamente ferita e amareggiata, si è ritrovata più unita che mai attorno a Pietro per condividerne la sofferenza, la preghiera e la speranza.
“Sento che mi accompagnano la devozione e l’affetto”: Benedetto XVI ha manifestato subito la sua gioia e la sua gratitudine per la straordinaria testimonianza del popolo portoghese. Fedele alla sua missione, dopo aver ricordato la difficoltà dell’ora, non ha mancato di offrire a tutti il suo pensiero e il suo insegnamento.
“Porto con me – ha ripetuto – le preoccupazioni e le attese di questo nostro tempo e le sofferenze dell’umanità ferita, i problemi del mondo”.
Parole che sono entrate nel cuore e nella coscienza.
Un invito, anzi un appello, a non lasciare solo il Papa in una fatica che, seppur mai opprimente, è davvero grande.
Non lasciarlo solo significa vivere una prossimità, come quella del 16 maggio in piazza San Pietro, che è espressione di una testimonianza cristiana nell’ambito privato come in quello pubblico.
Il Papa ha chiesto e chiede di essere seguito nel pellegrinaggio della verità con i passi della fede e della ragione.
Ed è questa sua domanda in campo aperto – come da cinque anni accade – a suscitare le reazioni più forti da parte di chi si sente messo in discussione dal dialogo tra fede e ragione.
Questo Papa ha inquietato nel momento in cui ha spalancato le porte e ha fatto camminare la fede sulle strade della ragione. Ancor più l’ha fatta incontrare con la ragione.
Ha indicato, anche in Portogallo, questo incontro come decisivo per dare piena dignità alla persona umana, per restituire sacralità alla vita, per gustare la felicità, per osare la speranza.
Un pellegrinaggio festoso ma non per questo privo di pensieri, di domande, di attese.
I pellegrini sono testimoni e messaggeri. Nel ricordarlo Benedetto XVI ha richiamato lo stile del cristiano che cammina sulle strade del mondo.
agensir