MARTINA FRANCA – Riportiamo di seguito integralmente un comunicato stampa a firma di Isabella Massafra coordinatrice CGIL Martina Franca.
12000 disoccupati, 3000 contratti di tirocini formativi, migliaia di ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, centinaia di lavoratori in mobilità, decine di imprese fallite o chiuse, diffuso utilizzo del lavoro nero compongono il quadro della drammatica situazione sociale in cui versa il territorio del distretto Martina Franca- Crispiano.
In questa realtà di profonda disgregazione e malessere sociale si è costretti ad assistere all’indecente spettacolo offerto dalla Pubblica Amministrazione di Martina Franca nell’espletamento di un concorso per 18 assunzioni al Comune, relative alle categorie A e B, per le quali è previsto il reclutamento tramite l’utilizzo dell’ex art. 16 della l.n. 56/87, destinato ai possessori del solo titolo di studio della scuola dell’obbligo, mediante avvisi per l’avviamento a selezione gestiti dal Centro per l’impiego.
E’ una procedura abbastanza semplice, utilizzata da tutte le Amministrazioni, senza particolari difficoltà, in sostituzione delle vecchie chiamate numeriche, che riguardavano qualifiche a basso contenuto professionale.
Ma a Martina la partita si è giocata in modo diverso.
In difformità della legislazione vigente e in aperto e grave contrasto con il regolamento comunale, che detta tra l’altro le norme di accesso, fin dai primi atti amministrativi di avvio delle procedure di assunzione è apparsa evidente la volontà di orientare in modo predefinito l’esito del concorso.
Alterazione delle qualifiche con l’introduzione di profili professionali inesistenti nel regolamento quali “giardiniere” diventato “manutentore del verde ornamentale”, trasferito dalla categoria B alla categoria A, “rilevatore statistico”, categoria B, diventato “Tecnico della catalogazione informatica”, “accompagnatore/trice scuolabus”(cat. A) per il quale è stato introdotto addirittura il limite di età (18 e 40 anni), di cui non c’è traccia nel regolamento comunale e in stridente contrasto con la prassi amministrativa che ricorre, per far fronte al servizio, proprio agli anziani di età compresa tra i 55 e i 75, con il servizio civico.
Ulteriori elementi introdotti, come requisiti per la partecipazione, anche questi non previsti dal regolamento comunale, sono un’esperienza lavorativa di almeno tre mesi nelle qualifiche professionali messe a concorso o un attestato di qualifica, conseguito al termine di un corso di formazione professionale ai sensi dell’art.14 della legge n.845/78.
La CGIL, considerando che tali requisiti potevano configurarsi come vere e proprie discriminazioni per i limiti di età e per la tipologia dei titoli di studio introdotti, chiese il 30 gennaio c.a. al Sindaco di Martina Franca un provvedimento di rettifica per rendere gli avvisi aderenti alle prescrizioni del regolamento comunale, oltre che alle leggi vigenti.
La diffida non ebbe riscontro.
Le graduatorie del bando sono state pubblicate e sono risultati aventi i requisiti 11 partecipanti su 99, 15 su 229, 24 su 233 rispettivamente per le 4 unità con qualifica professionale di operatore giardiniere; per le 4 unità con qualifica professionale di tecnico della catalogazione informatica; per le 10 unità con qualifica professionale accompagnatore/trice scuolabus
Se la storia si potesse chiudere a questo punto, si potrebbe concludere sottolineando la veridicità della previsione della CGIL nel suo atto di diffida.
Purtroppo però la storia continua e assume via via i connotati di una storia assurda, paradossale e persino incredibile.
Tra i primi 18 classificati nelle tre graduatorie, ce n’è più di una decina che ha esibito un attestato di specializzazione, conseguito presso un ente di formazione con sede legale in Martina Franca, che organizza corsi liberi a pagamento.
Gli attestati non hanno nessun valore legale e per di più contengono dichiarazioni false, poiché certificano che sono stati conseguiti ai sensi dell’art. 14 della legge n. 845/78.
Hanno una sola qualità, però: aderiscono perfettamente nei tre titoli alle qualifiche e/o profili professionali, così come indicate dal dirigente dei Servizi sociali del Comune di Martina Franca nella richiesta di bando al CTI.
Tutta la città ne parla, proprio perché non è certo la prima volta che un fatto del genere accada al Comune di Martina Franca, dove, con simili attestati, alcuni sono stati assunti con contratti a tempo determinato,utilizzabili per partecipare, ora, al concorso in atto per l’assunzione a tempo indeterminato.
Nessuno, però, interviene.
Soltanto l’assessore al personale avv. Mario Caroli intervenne all’inizio del procedimento e pretese dal dirigente dei servizi sociali la sospensione del concorso.
Sostituito l’assessore la procedura fu riavviata dal punto in cui era stata sospesa e l’epilogo è sotto gli occhi di tutti.
E’ un pugno in faccia a tutti quei giovani che non capiscono perché mai non siano stati inclusi nelle graduatorie, nonostante le competenze professionali acquisite tramite corsi di qualifica professionale o corsi di studi, perfino a livello universitario o mediante esperienze lavorative offerte alle Pubbliche Amministrazioni con contratti di tirocini formativi e persino come volontari o presso aziende private.
Ma è un pugno in faccia anche a coloro, che hanno pagato per seguire un corso, che doveva dare loro un valido e legittimo attestato e invece si sono ritrovati con un pezzo di carta in mano del tutto inutilizzabile.
Deve per forza intervenire la Magistratura o è possibile fare verifiche, d’altronde semplicissime, presso gli enti preposti al controllo e riportare nell’alveo della legalità il concorso?
Non più tardi di qualche settimana fa, durante uno dei tanti consigli comunali di Martina Franca, tutti i gruppi consiliari e in primo luogo il Sindaco assunsero un impegno in forma solenne di lotta contro le illegalità e di rispetto nell’azione amministrativa della legalità, unico modo per contribuire a risolvere i gravi problemi della nostra comunità e porre un argine alla corruzione. E’ ora di dare prova della concretezza di quello impegno.
Quello che sta accadendo nella gestione del concorso merita il massimo dell’attenzione, pena il forte deterioramento dei rapporti tra i cittadini e le istituzioni democratiche.
Non è una situazione che deve essere affrontata solo dal sindacato.
Isabella Massafra coordinatrice CGIL Martina Franca