L’estremo saluto a Giovanni Battista – Lo Stradone

L’estremo saluto a Giovanni Battista

Solo un anno fa Giovanni Battista, la moglie Alessandra e la figlia Nicol pasrtirono dall’aeroporto di Bari Palese alla volta dell’America, nel vero senso della parole.
Una partenza che arrivò dopo ben quattro rinvii, destinazione Florida, Miami dove si diede il via alle cure per cercare di trovare una soluzione al suo disagio, in quella clinica che si sperava potesse guarirlo.
Presso l’Ocean Therapy Center, Giovanni Battista fu sottoposto a ossigenoterapia iperbarica, protollo terapeutico non previsto in Italia. Il notevolissimo costo della terapia fu sostenuto, almeno parzialmente, grazie alla campagna di beneficenza che ha visto protagonista il territorio e in particolare Martina Franca.
Anche le istituzioni del territorio diedero il loro contributo e numerose furono le iniziative benefiche: i salvadanai, circa 200, distribuiti negli esercizi pubblici di Martina, Taranto, ma anche in altri centri della provincia, del sud barese e del brindisino; vari spettacoli di beneficenza; la lotteria cittadina e tante altre manifestazioni di solidarietà da parte di singoli cittadini e gruppi del volontariato e non solo.
A Maggio 2009 una notizia che lasciò tutti col fiato sospeso: l’esplosione della camera iperbarica proprio dove era ricoverato Gianni. Nell’episodio rimase coinvolto un bambino italiano di quattro anni, gravemente ferito per l’esplosione, mentre morì invece sua nonna, che si trovava con lui all’interno della camera al momento dell’incidente.
Nessuna conseguenza ci fu né per Gianni né per la moglie Alessandra e la figlia Nicol.
In Italia quel protocollo terapeutico fu interrotto proprio dopo un incendio avvenuto in un centro a Milano. Per Giovanni solo il caso ha voluto evitargli il peggio. La notte prima, infatti, una febbre gli avrebbe impedito di sottoporsi alla quotidiana terapia in camera iperbarica.
Ad agosto il rientro di Gianni in Italia. Un rientro anticipato rispetto alle previsioni e, purtroppo, legato all’aggravamento delle condizioni di Giovanni.
Cinque operazioni subite in un mese e mezzo, funzionalità dello stomaco praticamente annullata, un travaso di bile di quattro litri, una grave emorragia alla zona genitale, valori assolutamente sballati, anche per decine di volte oltre ai limiti di norma. A metà luglio, l’appello della moglie Alessandra al capo dello Stato. E nel giro di un giorno, la presidenza della Repubblica ha dato disposizione per l’allestimento del volo umanitario (organizzato dall’apposito ufficio della presidenza del Consiglio) per il rientro di Giovanni Battista in Italia.
La settimana scorsa la notizia della sua morte dopo 3 anni e 3 mesi di calvario. Se ne va dopo soli 32 anni trascorsi su questa terra. I funerali sono stati celebrati da Don Raffaele Pepe e si sono svolti presso la Basilica S.Martino. Grande commozione da parte dei presenti. Gianni è stato per questa città motivo di unione e partecipazione collettiva. Un caso raro di condivisione che non sempre caratterizza questa comunità cittadina.

Ottavio Cristofaro