MARTINA FRANCA – Per fortuna c’è la campagna elettorale a distogliere le attenzioni politiche dalle continue figuracce del Consiglio Comunale. L’ultima, solo in ordine di tempo, lo scorso venerdì quando, nonostante gli oltre 60 punti inseriti dal Presidente del Consiglio facente funzioni Pino Pulito, non si è potuta celebrare la seduta per la tradizionale mancanza del numero legale. Una “seduta lampo” che ha portato lo stesso Pulito a riconvocare l’assemblea il prossimo 17 febbraio, che per fortuna del sindaco Palazzo è un mercoledì. La seduta è prevista per le ore 18.00 con eventuale seconda convocazione martedì 23 febbraio ore 18.00, ma aumentano gli argomenti all’ordine del giorno, ben 68.
C’è però una buona notizia, o meglio due. La città, specie le realtà associative, in questi ultime settimane sembra si stiano svegliando da questo clima di apatia politica. L’ultima seduta del Consiglio Comunale, infatti, ha visto la presenza in aula dei residenti di via Trento e della zona Votano, speranzosi di una qualche decisione risolutiva rivolta al loro quartiere. Come ormai noto, il Comune avrebbe dovuto provvedere all’esproprio dell’intera strada di via Trento già diverso tempo fa, liberando così quel tratto dai vincoli di proprietà privata che insistono, non soltanto sul tratto ormai famoso di proprietà del frantoio della famiglia Lucarella, ma di buona parte dell’intera zona Votano, andando ad interessare numerose strade. Oggi esiste un procedimento tra il Comune e il noto oleificio, ma la situazione complessiva dell’intera zona non si limita a questa situazione.
Nel frattempo a pagare in prima persona, come sempre, sono i cittadini ed in particolare i residenti, costretti ad una viabilità fortemente compromessa. Al sindaco Palazzo, che nell’ultima primavera aveva promesso una soluzione definitiva alla questione e all’intero Consiglio Comunale, i cittadini avrebbero voluto chiedere spiegazioni o quantomeno assistere alla discussione dell’annoso problema, ma evidentemente così non è potuto essere.
L’altra buona notizia viene dal fatto che, oltre ai citati cittadini, era presente un folto gruppo di giovani appartenenti al costituendo comitato della Consulta giovanile, che qualora diventasse realtà, potrebbe rappresentare una importante occasione di confronto democratico, di innovazione e di rinnovamento politico, nonché di fucìna per la classe politica del futuro. Infatti, affinché le Amministrazioni avviino una vera e propria progettualità nel campo delle politiche giovanili, così come prevede la “Carta di partecipazione dei giovani alla vita municipale e regionale”, è necessario promuovere la costituzione di una “Consulta giovanile”.
In un momento in cui la realtà giovanile è in continuo movimento e le problematiche che la riguardano sono molteplici e complesse, le Amministrazioni devono ritenere importante e fondamentale il momento di confronto, istituzionalizzando un luogo specifico dove i giovani possano avere la parola sui problemi riguardanti il Comune, assicurando così una formazione alla vita democratica ed alla gestione della vita cittadina.
La Consulta Giovanile è il primo punto di riferimento di una sana Amministrazione per quanto riguarda il rapporto con la realtà giovanile organizzata.
Peccato che alla loro presenza non sia corrisposta una presenza della politica: un’altra occasione persa.
Ottavio Cristofaro