Dalle associazioni arrivano proposte per la zona Votano – Lo Stradone

Dalle associazioni arrivano proposte per la zona Votano

“Essere per il paese, per il bene della città” è stato il motivo ispiratore dell’incontro in piazza, svoltosi qualche giorno fa in via Trieste, ed organizzato da alcune associazioni cittadine al fine di promuovere la partecipazione della cittadinanza martinese in questioni che riguardano il nostro territorio. Obiettivo specifico dell’incontro è stata la questione della zona Votano, la quale presenta una serie di problemi, oltre a quello dell’isolamento sociale. La zona si presenta, infatti, come un bacino di raccolta delle acque, nota alle cronache fino a qualche decennio fa per alcune disgrazie verificatesi all’interno dell’area a causa della formazione di un laghetto di acque stagnanti. Una zona sottoposta a vincolo idrogeologico, vista anche la presenza di un fiume sotterrano che attraversa la città e che rappresenta il simbolo della nostra tipologia di territorio, caratterizzato dalla presenza massiccia di questi elementi distintivi, tipici di un terreno di natura carsica.
Non hanno nessuna legittimità, quindi, i tentativi di “assalto della diligenza” da parte di chi vorrebbe costruire in zona Votano, essendo a repentaglio la sicurezza non solo dello stabile, ma di tutta la zona. Nel 1974, infatti, fu lo stesso sindaco Motolese ad impedire la costruzione oltre questa zona. L’alternativa suggerita per la valorizzazione del suolo è allora quella dell’allestimento di un parco per la realizzazione del quale occorrono, però, specifiche competenze. Spetta dunque all’ufficio tecnico stendere un piano idrogeologico per ottimizzare il deflusso delle acque e per poter poi pensare alla realizzazione del parco. È da tener presente, inoltre, che la zona si presenta come la seconda area in città più ricca dal punto di vista ornitologico, e che il dato è indice di qualità ambientale. Dal dibattito pubblico sono emerse, quindi, proposte e suggerimenti per la zona, che verranno presentate all’ufficio tecnico. L’incontro ha voluto così testimoniare il desiderio e l’impegno di chi si sente cittadino “attivo” e ha voglia di interessarsi alla città, vivendola al meglio. Perché, come è stato sottolineato anche nel corso dell’incontro, “non c’è un potere invisibile da temere e che grava sulle nostre teste in maniera così acuta da farci rinunciare ai nostri diritti”. E se di potere invisibile si può parlare, “questo è alimentato dalla rassegnazione, dalla sfiducia, dalla personalizzazione della politica, dalla perdita della voce, dal tentativo di risolvere in maniera individuale problemi che sono di tutti e che richiedono un confronto e uno sforzo collaborativo.
Credere in se stessi come soggetti di diritti, nel sogno di una città viva e respirabile, non solo per l’aria buona, partecipare ai dibattiti pubblici senza temere che la politica sia quello strano formulario di strategie tecniche e paroloni custoditi da severi “sommi sacerdoti”, ma pensandola come affermazione della più pura e semplice razionalità pratica che anche un bambino possiede.
Sono questi gli ingredienti di una cittadinanza attiva e responsabile, senza idealismi, ma con la volontà concreta di esserci per una città migliore: la città di tutti e di ciascuno.

Annalisa Scialpi