Come se non bastasse, arriva la Giunta tecnica – Lo Stradone

Come se non bastasse, arriva la Giunta tecnica

MARTINA FRANCA – “La risposta al Sindaco Palazzo, del Consigliere Pulito, in veste di Vice Presidente del Consiglio la dice lunga sul grado di malessere che ormai da due anni e mezzo serpeggia nel centro-destra, incapace, da anni, di governare la nostra città”. Questo quanto dichiarato in una nota stampa dal consigliere comunale Giandomenico Bruni, secondo il quale “l’unica cosa da fare è sciogliere questo Consiglio Comunale e ridare la parola ai cittadini che, indignati per il malgoverno della città, non chiedono altro”.
Dichiarazioni che dopo il flop della seduta sul piano casa potrebbero aver trovato ulteriori consensi. La seduta come tutti sanno è caduta per la consueta assenza del numero legale e nessun emendamento si è potuto applicare in deroga alla legge regionale che stabilisce la disciplina di applicazione del Piano Casa, varato dal Governo nazionale. Poco male sul fronte amministrativo, almeno si eviteranno brutture e situazioni imbarazzanti che potrebbero mettere in pericolo il nostro patrimonio paesaggistico. Male per quello che riguarda il fronte politico. Sicuramente però si è persa un’occasione importante per aprire un dibattito e una discussione, che potesse, almeno nelle intenzioni, portare a qualche cosa di buono. Il sindaco disse apertamente in Consiglio che, qualora non avesse trovato i numeri per governare, sarebbe andato a casa e lo fece in relazione alla possibilità di un nuovo corso amministrativo con il ritorno dell’Udc tra i banchi della maggioranza. E invece è notizia di queste ore la nomina della nuova Giunta municipale, che dovrebbe essere composta interamente da tecnici. Un nuovo esecutivo che “metterebbe a tacere”, almeno per il momento, i solleciti del Prefetto circa l’assenza da circa un mese di assessori. Top secret sui nomi, nonostante si parli di una possibile riconferma di parte del primo esecutivo tecnico targato Palazzo. È chiaro però che questa mossa, se da una parte risulta essere preferibile, perché valorizza le caratteristiche peculiari di ognuno a scapito delle mere logiche di partito, dall’altra significa rottura definitiva con i partiti, in una situazione peggiore, se possibile, di quella attuale, creando una ingovernabilità che alla città sta creando troppi problemi.
Oggi l’Udc resta alla finestra in attesa che le posizioni si affievoliscano. Il partito di Casini chiede un passo indietro da parte del Pdl che sul nome di Marraffa alla Presidenza del Consiglio avrebbe posto il veto per un nuovo corso amministrativo. Di diverso avviso l’Udc, tra le forze politiche che sfiduciarono il presidente del Consiglio, e che come sottolineato dallo stesso coordinatore Vito Pastore in una trasmissione radiofonica, ha chiesto allo stesso Marraffa un passo indietro, manifestando dubbi sulla possibilità di riconfermare la carica. “Non ho nulla contro la persona – disse Pastore – ma oggi potremmo dare il via ad un nuovo corso politico che non può partire da quanto richiesto dal Senatore Nessa, ma che deve avere basi solide e presupposti differenti”.
Nella serata di ieri le dichiarazioni di Marraffa, assente nell’ultima seduta per motivi di lavoro, secondo il quale “si vuole far credere alla città che non sia possibile amministrare perché io abbia deciso di fare il Presidente del Consiglio. Così non è – dice Marraffa – tanto è vero che i consiglieri comunali che allora votarono la mia sfiducia, non sono stati neppure in grado di scegliersi un nuovo rappresentante istituzionale. Non posso essere io il capro espiatorio di una situazione di stallo politico, né tantomeno consento che si blocchi l’azione amministrativa sul nome di Marraffa”. L’ex Presidente ribadisce anche di “non essere interessato né alla Presidenza, né tantomeno ad alcuna prospettiva futura di sindacatura. Da parte mia ringrazio il mio partito, il PdL, per avermi scelto come rappresentante istituzionale del Consiglio Comunale, ma lo prego di esonerarmi da responsabilità che non mi appartengono, circa la situazione di immobilismo politico-amministrativo. Al sindaco ho detto – conclude Marraffa – di portare in Consiglio i provvedimenti cruciali per la nostra città, tra cui il Piano Urbanistico e la raccolta rifiuti, ed io sarei stato il primo a votarli. Ci tengo a precisare inoltre che queste mie dichiarazioni risalgono a quando l’Udc era ancora all’opposizione ed aveva altri programmi all’interno del Consiglio”.

Ottavio Cristofaro