Conferenza al festival dell’arte organizzata dal Mo.i.ca – Lo Stradone

Conferenza al festival dell’arte organizzata dal Mo.i.ca

L’inaugurazione del Festival dell’arte, avvenuta il 13 marzo presso le Sale D’Avalos del comune di Martina Franca, ha previsto la partecipazione del critico d’arte Nicola Marturano, che ha definito il Festival “innovativo” per la partecipazione di poeti, grafici, pittori, fotografi, scultori, che hanno scoperto il valore dell’incontro per comunicare messaggi forti alla società odierna: di solidarietà, di pace, di ricerca dell’ideale dell’armonia, della bellezza, della pace.
L’arte è stata quindi indagata nel suo potere catartico e nella capacità di procurare benessere. Questa dimensione, legata alla generazione di emozioni positive, si è concretizzata nell’arte terapia in grado di integrare la terapia farmacologia. L’arte permette, infatti, l’espressione di pensieri, sensazioni, stati d’animo e in essa i colori, in particolare, infondono un senso di benessere: colori brillanti coi quali dipingere la gioia e la felicità o scuri per esprimere la tristezza. Ed è questo uno degli obiettivi del festival dell’arte, cioè permettere di comunicare, aprirsi, sbloccarsi.
È sullo stimolo dato dall’evento a conoscere gli interessi più profondi e le proprie aspirazioni che si è concentrato l’intervento della dottoressa Ely Spalluto, presidente dell’Università libera, evidenziando il nesso tra miglioramento dei rapporti interpersonali attraverso l’innesco di processi comunicativi e cultura antropologica legata ai valori, alle tradizioni e all’identità.
Il professor Piero Marinò, esponente di spicco della cultura martinese noto per i quarant’anni legati alla scuola oltre che per la poliedricità degli interessi artistico-culturali, si è concentrato sulla disamina delle diverse forme d’arte. Ha distinto infatti l’interpretazione del testo poetico, che richiede il possesso del codice linguistico, dal codice musicale universale ma limitato alla sensibilità del fruitore e, infine, dall’opera pittorica che possiede un’immediatezza nel suscitare emozioni rispetto al testo poetico. Fatta eccezione per alcuni autori più intellettuali, come Piero Della Francesca, la pittura si presenta infatti come forma d’arte poco cerebrale, esprimendo inoltre il superamento del limite nell’ascesa al sublime, al divino, nell’aspirazione alla bellezza infinita, giovandosi di una tematica sterminata e esprimendo l’odissea dello spirito attraverso l’ineffabile. Motivo per cui il nostro amatissimo Giovanni Paolo II ha definito gli artisti “geniali costruttori di bellezza”, e ha portato Dostoevskij alla consapevolezza che “la bellezza salverà il mondo” permettendo, per coloro che la contemplano, di accumulare energia per tutta la vita. Gli artisti sono infatti un’enorme ricchezza spirituale per l’umanità, ed è loro merito se la storia della civiltà e dell’umanità è tale.
Per il professor Giuseppe Stragapede, poeta e volontario in Zambia, la poesia è l’arte di esprimere in versi emozioni, sogni, speranze, oltre che fonte benefica in grado di sanare ferite e dolori, contribuendo al passaggio dalla semplice esistenza biologica alla vita animata dallo spirito divino che è darsi per un ideale, salvare, educare, dare. Il poeta ha quella luce superiore che illumina la mente, anche se non sempre è consapevole della sua missione.
È sulla dimensione terapeutica dell’arte che si è concentrato, nello specifico, il maestro Filippo Cacace, evidenziando il fenomeno dell’allargamento delle botteghe d’arte. L’art terapy, già praticata in Inghilterra e in America, si è rivelata una pratica di cura eccezionale se associata alla teknè artistica, cioè all’acquisizione di strumenti in grado di plasmare la materia. Dal primo esperimento condotto con pazienti con patologie psicologiche è emerso, infatti, che l’arte astratta non portava alcun beneficio innalzando, anzi, la soglia di disagio. Per questo il secondo esperimento, attuato curando la forma e l’osservazione, ha permesso di evidenziare esiti positivi anche in virtù delle dinamiche d’interazione che venivano a crearsi grazie all’attenzione alla forma. L’art therapy ha così messo in luce un innalzamento della soglia di sicurezza, autostima, dando la conferma scientifica che l’uomo nasce con il senso della bellezza in grado di lenire il dolore, liberando energia positiva.

Annalisa Scialpi