L’insolito Natale martinese – Lo Stradone

L’insolito Natale martinese

La città si colora a festa con le mille luci che dai balconi delle case fanno brillare il cielo capriccioso delle fredde notti della Martina pre-natalizia. Tanti Babbo Natale che si arrampicano ai balconi, luci multicolori e quest’anno tante luci led, giusto per rimanere in tema di risparmio energetico. Si, perché anche a Martina la crisi economica si fa sentire, e lo fa in alcuni casi in maniera prepotente. Il mito della “città paradiso” sembra scemare sempre di più e il tasso di soglia minima di povertà pare crescere esponenzialmente. È di qualche giorno fa la notizia di un uomo martinese che per tre giorni consecutivi ha dovuto dormire in Villa Garibaldi passando le sue notti al freddo, che in questi giorni si sta davvero facendo sentire in tutta la Valle d’Itria, dormendo su di una panchina. Se in altre città tutto questo sembra normale, a Martina non lo è. Abbiamo incontrato il nostro amico Cosimo, il quale ci ha confidato che mai si sarebbe aspettato di vivere questa situazione, ma il suo licenziamento dell’azienda siderurgica Ilva di Taranto lo ha costretto a tali circostanze. Abbiamo incontrato anche un gruppo di concittadini in giro per le parrocchie a chiedere aiuto ai nostri parroci, perché in situazioni economiche disastrose, i quali da parte loro fanno quel che possono per essere in qualche modo vicini ai bisognosi. Ma questi sono solo alcuni esempi di come la situazione della bella Martina, ma dell’Italia intera stia cambiando radicalmente. Gli analisti dicono che questa crisi passerà presto, ma fino a che questo non avviene, chi si prenderà cura di questi nostri fratelli? Chi si farà carico di questo enorme divario sociale? Il nostro pensiero per questo Natale non può che andare a tutta questa gente, costretta a vivere situazioni difficili in un Paese in cui crescono i cosiddetti “nuovi poveri”. Sarà per tutti un Natale di austerità e di parsimonia perché non si sa bene se il peggio sia ancora arrivato, ma è proprio nel momento del bisogno che questa città ha dimostrato di sapersi stringere attorno allo stesso obiettivo e mostrare al mondo intero come si può essere figli di uno stesso padre o comunque membri di una stessa famiglia. Non lo hanno fatto solo cattolici , ma tutti. Abbiamo saputo aggiungere un posto a tavola quando tutti pensavano che la nostra ingordigia ci avrebbe strozzato. Lo abbiamo fatto con Gianni Battista, con una enorme movimentazione cittadina che però non deve terminare proprio ora che la fatica si fa sentire. Dobbiamo stringere i denti tutti insieme e realizzare il sogno di questo Natale: vedere ritornare Gianni in Italia e sentirsi dire grazie. Facciamoci carico tutti insieme dei nostri vicini bisognosi e magari mangiamo un cotechino in meno, che probabilmente ne guadagneremmo anche in termini salutari. Apriamo gli occhi e impariamo a guardare, perché il nostro fratello, che è proprio accanto a noi e che magari non riusciamo a vedere, ha bisogno di noi. Ma facciamolo sul serio.

Ottavio Cristofaro