Pestaggio ghenese a Parma, le prime risposte – Lo Stradone

Pestaggio ghenese a Parma, le prime risposte

Iscritti nel registro otto agenti, un ispettore capo e un commissario. Accuse di calunnia, percosse e falso. Prime ammissioni dirette anche da parte del sindaco Pietro Vignali. In consiglio comunale espone la seconda parte della relazione interna e dice: “Li abbiamo trasferiti, sanzioni in arrivo”. Emmanuel: “Ho ancora paura”. Il nuovo comandante della pm: “Riorganizzerò l’intero corpo”

Emmanuel: “Sto male, non credo sia finita”
Prima i testimoni ascoltati dalla procura che confermano la versione di Emmanuel, poi i pm che escludono il reato di resistenza a pubblico ufficiale, infine il Comune che parla di colpe dei vigili e poi i 10 agenti iscritti nel registro degli indagati. Tutto questo Emmanuel l’ha seguito dalla stampa, dalle parole del suo avvocato, mentre se ne stava rinchiuso in casa. Emmanuel sta male. “Non sto bene – dice – mi fa ancora male l’occhio e l’orecchio, farò altri interventi. Mi fa piacere che i vigili siano stati accusati, che venga riconosciuto il loro errore. Ma non è ancora finita. Ho ancora paura”. Emmanuel non esce di casa, non va a scuola, ha rimandato il suo servizio da volontario nella comunità di tossicodipendenza a Betania. Dice di aver ricevuto ancora minacce, di sentirsi sotto tiro e ripete di avere paura. Anche adesso, nonostante quei 10 arrivi di garanzia, nonostante “la tanta solidarietà ricevuta”.

“Confessa scimmia”, dieci vigili indagati
Otto agenti, un ispettore capo e un commissario capo della Polizia Municipale. Sono i vigili iscritti nel registro indagati della Procura di Parma per il presunto pestaggio di Emmanuel Bonsu Foster, il ragazzo ghanese di 22 anni fermato dal nucleo ‘pronto intervento’ del corpo nel corso di un’operazione antidroga al parco ex Eridania. Quaranta giorni dopo – racconta oggi ‘Polis Quotidiano’ – l’episodio che e’ costato alla polizia municipale di Parma l’accusa di violenza e offese razziste, la procura ha formalizzato i capi di imputazione su cui procedere nei confronti di chi ha organizzato, coordinato e diretto l’operazione antidroga e di chi ha eseguito il fermo del ragazzo di colore e il successivo interrogatorio nella sede del comando di via Del Taglio: percosse aggravate, calunnia, ingiuria, falso ideologico e materiale, violazione dei doveri d’ufficio. Reati commessi in concorso, con l’aggravante dell’abuso di potere. Secondo l’imputazione formulata dalla Pm Roberta Licci, il ragazzo non ha reagito con violenza quando e’ stato fermato dagli agenti in borghese che non si sarebbero neppure qualificati. Bonsu avrebbe fatto l’unica cosa che poteva fare legittimamente: e’ scappato. Uno dei vigili gli avrebbe puntato la pistola. Fermato a terra, il ghanese e’ stato ammanettato. Secondo le accuse, uno dei vigili gli avrebbe tirato un pugno nel fianco mentre veniva condotto verso l’auto di servizio. Altre botte sarebbero arrivate durante il trasporto al comando.

I vigili coprirono l’errore con un falso
Tra le accuse ipotizzate a carico dei dieci agenti indagati per il presunto pestaggio di Emmanuel Bonsu Foster, lo studente ghanese fermato per errore perche’ scambiato per il palo di un pusher’ nel corso di un’operazione antidroga, anche quelle di ‘falso ideologico e materiale’. Il sospetto degli inquirenti e’ che ben ”sapendo che Bonsu aveva posto in essere solo una resistenza passiva (la fuga)” lo si abbia voluto accusare di reati mai commessi.Tre gli atti nel mirino della magistratura inquirente parmigiana: la prima nota redatta dagli agenti dopo il fermo di Bonsu del 29 settembre, dove il ragazzo viene descritto come palo dello spacciatore palestinese; una seconda nota adottata a integrazione’ della precedente il giorno successivo e la notizia di reato’ depositata in Procura il 2 ottobre. Nelle ultime due, che portano la firma del commissario capo indagato, a carico di Bonsu i vigili formulano l’accusa di resistenza e lesioni. Il sospetto degli inquirenti e’ che i dieci indagati, con diversi livelli di responsabilita’, abbiano cercato di coprire l’errore e chi lo aveva commesso.

Il sindaco ammette
Sanzioni disciplinari, censure, e trasferimenti per i vigili coinvolti nel caso Bonsu. E questa volta ad ammettere le responsabilità di quel pestaggio ai danni di Emmanuel Bonsu è direttamente il sindaco di Parma, Pietro Vignali. Il giovane studente ghanese fu aggredito e insultato con frasi razziste da sei vigili lo scorso 29 settembre ma da allora l’amministrazione ha sempre aspetto a sbilanciarsi prima di conoscere gli esiti delle indagini interne. Durante il consiglio comunale il primo cittadino ha però spiegato che il comandante dei vigili Giovanni Maria Jacobazzi gli ha consegnato la seconda parte della relazione dell’i ndagine amministrativa interna. Dalla sala del municipio il sindaco ha letto parte della stessa relazione: “Sono state rilevate condotte e comportamenti da parte degli agenti coinvolti che possono determinare censure a fini disciplinari secondo quanto riferito da Jacobazzi. I vigili in questione sono stati trasferiti e si potrebbe procedere con sanzioni disciplinari a loro carico”.

Fonte: Repubblica